Firenze – “E’ il momento del rinsavimento dopo le speculazioni finanziarie e immobiliari del passato”: il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha accolto gli esponenti della Rsu aziendale dello stabilimento Richard Ginori di Sesto Fiorentino che insieme al sindaco Lorenzo Falchi hanno presentato le 1.733 firme raccolte finora sulla petizione che chiede di dare una soluzione alla vertenza della vendita dell’area su cui sorge lo stabilimento, condizione indispensabile per permettere nuovi investimenti produttivi da parte della proprietà,il gruppo francese del lusso Kering, che controlla anche Gucci.
Kering punta ad acquisire la proprietà dello stabilimento, che oggi detiene in affitto con un contratto che è stato prolungato al 2019 e da cinque anni sono in corso le trattative con i liquidatori di Richard Ginori Real Estate. Le maestranze hanno già concluso un accordo su assunzioni e contratti di solidarietà, ma per poter investire sul territorio la proprietà ha bisogno di certezza sulla proprietà dell’area dello stabilimento.
“Siamo in una fase che ci induce a guardare con un certo ottimismo al futuro dello stabilimento Richard Ginori e anche alla riapertura del vicino Museo di Doccia: due questioni indissolubilmente legate e che vanno tenute insieme, così come giustamente fanno i lavoratori che hanno sottoscritto questa petizione”. Il museo custodisce pezzi preziosi e unici dell’unica azienda di porcellane che opera in Italia da quasi tre secoli. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha annunciato l’intenzione del governo di acquistarlo e affidarlo a una gestione pubblico-privata
Nel corso della riunione la Regione e il Comune hanno fatto presente la necessità che si raggiunga quanto prima un accordo per consentire all’azienda di attuare il piano industriale e i necessari investimenti. L’ultimo incontro al riguardo, promosso dalla Regione, si è tenuto venerdì 24 marzo, per tentare di costruire una nuova ipotesi di accordo dopo il fallimento della precedente intesa con le banche creditrici. Vi hanno preso parte il consigliere del presidente per il lavoro, Gianfranco Simoncini, lo stesso sindaco Falchi, i commissari liquidatori di Ginori Real Estate, l’amministratore delegato della Richard Ginori, oltre ai rappresentanti delle tre banche creditrici.
I partecipanti all’incontro si sono dati un nuovo appuntamento entro un mese, con l’auspicio che prima di quella data possa essere raggiunto un accordo che metta in sicurezza il futuro della storica azienda sestese. “Vogliamo che la finanza e i suoi assurdi meccanismi – ha ribadito il presidente Rossi – non provochino una delocalizzazione della produzione. Vogliamo che sia chiuso il confronto economico tra la Dobank, la Bnl, la Popolare di Vicenza e i curatori di Ginori Real Estate e Ginori 1735. Insieme al Comune la Regione farà tutto ciò che serve per favorire questa soluzione a cui dobbiamo arrivare ad ogni costo”.
Rossi ha annunciato che della questione parlerà domani a Roma con il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, chiedendo anche il suo impegno in questo senso “perché la rendita e la finanza non possono mangiare il lavoro di tante persone”. Sul museo – ha concluso il presidente Rossi – “oggi c’è la buona notizia che il ministro Franceschini ha dichiarato di volerlo acquistare. E noi come Regione siamo pronti a fare la nostra parte per accompagnare questo processo”.