Ci vorrebbe Indiana Jones: qui non vola alta solo la parola ma si volatilizzano pure importanti pezzi della collezione Chierici

Ma com’è possibile: dopo il clamoroso furto alla Galleria Parmeggiani (scomparvero nel 2014 preziosi monili in oro e nessuno verrà mai punito per questo né tantomeno gli oggetti restituiti), ora il colpo ai Civici Musei. Si apprende che tra i pezzi del grande etnologo ottocentesco don Gaetano Chierici, l’Arsenio Lupin della porta accanto ha prelevato pure un’ascia tipo Similaun, proveniente da una necropoli eneolitica del Bresciano. Gente, non possono sottrarci così impunemente i reperti della nostra preistoria antropologica. Investire meno in discutibili cartelloni per 4 aficionados e più in sistemi di prevenzione e sicurezza nei luoghi della cultura reale e quotidiana. Altrimenti oltre che volar alta la parola, qui si volatilizzano pure gli oggetti archeologici con irreparabile danno della collettività scientifica

In seguito alla scomparsa di reperti dalla collezione del paletnologo Gaetano Chierici, rilevata lo scorso 6 luglio al piano primo del Palazzo dei Musei, stamani è stata sporta denuncia-querela per furto aggravato verso ignoti alla stazione Carabinieri di Reggio Emilia-principale, presso il Comando provinciale di corso Cairoli, da parte della dirigente dei Servizi culturali e direttrice dei Musei Civici Valentina Galloni.

Dalla ricostruzione dei fatti è emerso che, nel corso di uno dei periodici controlli per inventario svolti dai conservatori dell’istituzione, la teca numero 100 del ‘Museo Gaetano Chierici di Paletnologia’ presentava una scalfittura nel legno sotto al coperchio, un piccolo segno di effrazione, visibile solo a una osservazione dettagliata. Il coperchio, che era stato chiuso con apposite viti, si poteva ora sollevare facilmente e le viti non c’erano più.

Dall’ulteriore controllo, si accertava la mancanza di otto reperti, provenienti dalla necropoli eneolitica di Remedello Sotto (Brescia) di epoca compresa tra i 5400 e i 4500 anni fa.

Ascia tipo Similaun

Si tratta di oggetti di piccole o piccolissime dimensioni, di lunghezza massima non superiore agli 11,95 centimetri e minima di 3,52 centimetri; di larghezza tra i 2 e i 5 centimetri; lo spessore è di qualche millimetro fino a un massimo di 1,75 centimetri.

Sono: quattro pugnali in selce, un pugnaletto con codolo distinto in selce, una cuspide di freccia in selce, un’ascia in rame tipo Similaun, un’ascia in pietra verde cupo.

Gli oggetti asportati sono stati individuati e selezionati in base al loro valore scientifico; della sottrazione è stata informata la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e delle province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.

Il valore economico degli oggetti sottratti è modico, stimabile in qualche centinaio di euro. Il valore storico e scientifico invece è rilevante, al punto che gli oggetti vengono richiesti per mostre di rilievo internazionale, anche da istituzioni estere. Tale rilievo storico-scientifico è noto a tutta la comunità scientifica di riferimento. Al momento non si hanno sospetti sull’autore della sottrazione.

Il Palazzo dei Musei è dotato di un sistema di allarme e di personale di sorveglianza all’apertura e chiusura dell’edificio, non è invece dotato di un sistema di telecamere interno. Sono in corso azioni per implementare la protezione dell’immobile.

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