Quattro domande
Giorgia Iasoni: “Sto con Della Valle, politici inadeguati”

Parla la neo presidente dei Giovani Industriali dell’Emilia Romagna

L’economia italiana vacilla paurosamente, le aziende di casa nostra perdono terreno e come se non bastasse si è consumato un clamoroso divorzio tra l’ad della Fiat Marchionne e Confindustria. Insomma, la reggiana Giorgia Iasoni, 36 anni, madre e imprenditrice, è chiamata alla guida dei Giovani Industriali dell’Emilia Romagna in un periodo di grandi turbolenze. Una situazione che non risparmia le imprese emiliane che versano in uno stato di grave difficoltà, come ha confermato un recente studio commissionato dagli Industriali reggiani che fotografa il cedimento di alcuni settori produttivi, il crollo del fatturato e della reddittività, l’aumento della disoccupazione. E ci sono gli appelli a un politica che sembra sorda e arroccata come mai prima d’ora. Tutti temi che riguardano da vicino gli imprenditori, anche quelli giovani. Soprattutto quelli giovani.

Presidente, il momento non è dei migliori.

Il momento è molto critico, di grande incertezza, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Per i nostri giovani non si presenta un futuro roseo a causa della disoccupazione, della mancanza di opportunità che questo Paese è in grado di offrire loro. Come giovani e come imprenditori abbiamo il dovere di costruire un futuro, di guardare avanti. Purtroppo, però siamo costretti ad agire da soli.

Colpa della politica, come dice Della Valle?

Condivido la presa di posizione di Della Valle. Abbiamo una classe politica che in questo momento appare del tutto inadeguata. Non si investe nella ricerca, nell’istruzione, lasciamo scappare all’estero i nostri giovani migliori. In questo modo non si favorisce la ripresa, si affossa il Paese. Non voglio generalizzare perché non tutti i politici sono uguali, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

I problemi sono chiari. Un po’ meno le ricette.

Abbiamo bisogno di riforme vere, di liberalizzazioni, di tasse più basse. Anche noi imprenditori dobbiamo fare il nostro dovere e creare più opportunità di lavoro per i giovani, – ricordo che i numeri relativi alla disoccupazione di giovani e donne non sono da Paese civile – senza sostituirci alla politica, ma facendo richieste precise e pretendendo risposte altrettanto precise.

C’è aria di maretta in Confindustria. Come valuta l’addio di Marchionne.

Non è un fulmine al ciel sereno, lo sapevamo. Di sicuro il momento è difficile, ma preferisco il commento lo lascio alla presidente Marcegaglia

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