Firenze – I primi anticorpi monoclonali sono giunti in Toscana, rendendo concreta la possibilità di una svolta alla lotta al coronavirus. Tant’è vero che, come anticipa il governatore toscano Eugeno Giani, entro l’estate si conta di produrli direttamente in Regione. Una svolta fondamentale, in quanto si tratta della prima, vera medicina contro il covid-19. “Voi sapete quanto abbia cercato di rendere pubblico quanto accaduto a Siena, dove, attraverso la Toscana Life Sciences del professor Rappuoli, si è avuta la possibilità d lavorare su questo settore. Si può dire che siamo alla fase sperimentale, si può azzardare che a giugno tutto sarà pronto. La Toscana ha con TLS un contratto di 100mila dosi”.
Intanto, in attesa che a giugno si possa mettere mano alla produzione toscana, dai vertici regionali erano partite pressanti sollecitazioni al Ministero e, ricorda Giani, “nel momento in cui a livello europeo sono stati autorizzati almeno due anticorpi monoclonali americani, siamo riusciti ad ottenerne alcuni”. Ne sono arrivati 250, mentre altri 830 verranno consegnate domani 23 marzo. Si tratta dunque di 1080 fiale di anticorpi monoclonali salvavita. “Ci stiamo attrezzando per poterli somministrare (devono essere somministrati rigorosamente in ospedale, e richiedono un’attesa sotto osservazione del paziente di almeno un’ora), saranno gli infettivologi che seguiranno tutto l’iter – spiega Giani – in Toscana i punti sono 12 e a Pisa il professor Menichetti sta svolgendo un ruolo di avanguardia , sta già lavorando su questo. Sabato sarò a Pisa con l’assessore alla sanità Simone Bezzini per poter dare il via alla campagna di somministrazione degli anticorpi monoclonali, la vera medicina del covid. Devo dire che il professor Menichetti a Cisanello come centro di avanguardia sta facendo già un lavoro di selezione e preparazione per l’avvio di questa campagna. Ripeto: ci saranno 12 centri in Toscana che nei prossimi giorni, con gli infettivologi di eccezione che abbiamo, potranno somministrarli”.
A oggi, lunedì 22 marzo, le dodici strutture specialistiche distribuite su tutto il territorio regionale individuate sono: quelli delle Aziende ospedaliero universitarie di Careggi, Pisa e Siena e delle Asl: gli ospedali di Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri, del San Giuseppe di Empoli e del San Jacopo di Pistoia per la Centro; il nuovo ospedale Apuane di Massa, gli ospedali Riuniti di Livorno, il San Luca della Piana di Lucca per la Nord Ovest; il San Donato di Arezzo e il Misericordia di Grosseto per la Asl Sud Est. Con l’arrivo di quantità maggiori di farmaco il numero di centri verrà ampliato in funzione del fabbisogno del territorio.
Chi saranno, i beneficiati e sperimentatori delle prime 1080 fiale? “Verrà svolto un lavoro di squadra fra l’infettivologia dei 12 centri toscani, la rete degli Usca, che hanno la percezione, sul territorio, di chi è più idoneo e i medici di base – dice il presidente della Regione – un lavoro di squadra che consentirà di individuare i 1080 che saranno i beneficiari della medicina ma anche gli sperimentatori. Devo dire che se tutto andrà bene, come sono convinto andrà bene, si aprirà una nuova stagione. Questa volta in Toscana potremo gestire la contingenza non in attesa, magari condizionando l’attività a quando ci arrivano i vaccini o quando ci arrivano gli anticorpi, dal momento che sappiamo che da giugno li produrremo noi, attraverso il cervello, il genio, la mentalià, la sperimentazione della nostra TLS di Siena e attraverso ciò che farà materialmente a livello farmaceutico la Menarini nel suo stabilimento di Pomezia”.