Nel 2013 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.560.024 milioni di euro correnti, con una riduzione dello 0,4% rispetto al 2012 quando il calo è stato del 2,4%. In termini di volume il Pil segna una diminuzione dell’1,9%, un valore leggermente al di sotto del livello registrato nel 2000. Il valore aggiunto in tutti i settori ha registrato variazioni negative, ad eccezione dell’agricoltura, silvicoltura e pesca in cui vi è stato un incremento dello 0,3%. Le diminuzioni sono state del 5,9% nelle costruzioni, del 3,2 % nell’industria in senso stretto e dello 0,9% nei servizi. Così che il valore aggiunto totale in volume ha subìto una diminuzione dell’1,6% (nel 2012 la flessione era del 2,2%). Sempre nel 2013 la spesa per consumi finali delle famiglie residenti ha segnato un’ampia contrazione in volume (pari a -2,6%) che si aggiunge a quella ancora più accentuata registrata nel 2012 (-4,0%). Il calo dei consumi è stato particolarmente marcato per i beni (-4,0%), mentre la spesa per i servizi è diminuita dell’1,2%. In termini di funzioni di consumo, le contrazioni più accentuate hanno riguardato la spesa per sanità (-5,7%) e quella per vestiario e calzature (-5,2%). L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP), misurato in rapporto al Pil, è stato pari al 3,0%, stabile rispetto all’anno precedente, in valore assoluto -47.321 milioni di euro. Questa la fotografia sull'economia italiana scattata dall'Istat con i dati, divulgati oggi, del rapporto statistico "Pil e indebitamento AP – anni 2011-2013" sul prodotto interno lordo, indebitamento netto e saldo primario delle amministrazioni pubbliche italiane.
Dal lato della domanda nel 2013 si registra una caduta in volume del 2,2% dei consumi finali nazionali e del 4,7% degli investimenti fissi lordi, mentre le esportazioni di beni e servizi hanno segnato un aumento dello 0,1%. Le importazioni sono diminuite del 2,8%.
Le unità di lavoro (Ula) sono diminuite dell’1,9%. Il calo ha riguardato sia la componente dei dipendenti (-1,9%), sia quella degli indipendenti (-2,0%). La diminuzione delle Ula ha interessato tutti i settori, con cali del 9,0% per le costruzioni, dell’1,7% per l’agricoltura, silvicoltura e pesca, dell’1,4% per l’industria in senso stretto e dell’1,3% per i servizi. I redditi da lavoro dipendente e le retribuzioni lorde sono diminuiti dello 0,5%. Le retribuzioni lorde pro capite hanno registrato un incremento dello 2,6% nel settore agricolo, del 2,0% nell’industria in senso stretto, dell’1,8% nelle costruzioni e dello 0,9% nei servizi; nel totale dell’economia l’aumento è stato dell’1,4%.
La diminuzione del Pil nel 2013 è stata accompagnata da un calo delle importazioni di beni e servizi del 2,8%, che ha accentuato la contrazione delle risorse disponibili, risultata pari al 2,1%. Dal lato degli impieghi si registrano contrazioni sia dei consumi finali nazionali (-2,2%), sia degli investimenti fissi lordi (-4,7%). Un contributo positivo alla variazione del Pil (+0,8 punti percentuali) è venuto dalla domanda estera netta, mentre è risultato ampiamente negativo l’apporto della domanda nazionale (-2,6 punti) e quasi nullo (-0,1 punti) quello della variazione delle scorte. I dati finora disponibili per i maggiori paesi sviluppati mostrano un aumento del Pil in volume negli Stati Uniti e nel Regno Unito (1,9% per entrambi), in Giappone (1,6%) e in Germania (0,4%).
Infografica istat
Andamento del Pil in volume. Anni 2000-2013, valori concatenati in milioni di euro (anno di riferimento 2005)
Indebitamento netto e saldo primario delle Amministrazioni pubbliche
L'Istat ha elaborato le stime provvisorie del conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche relative all’anno 2013, utilizzando le informazioni ad oggi pervenute dalle amministrazioni. L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari al -3,0%, stabile rispetto a quanto registrato nel 2012. In valore assoluto l’indebitamento è di -47.321 milioni di euro, pressoché uguale a quello dell’anno precedente. Il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è risultato positivo e pari a 34.722 milioni di euro, con un’incidenza sul Pil del 2,2% (nel 2012 era stato pari al 2,5%). Il saldo di parte corrente (risparmio o disavanzo delle Amministrazioni pubbliche) è stato negativo e pari a -13.998 milioni di euro, a fronte dei -4.422 milioni del 2012. Tale peggioramento è il risultato di una diminuzione delle entrate correnti di circa 5,3 miliardi di euro e di aumento delle uscite correnti pari a circa 4,3 miliardi di euro.