Le proposte di Cna a sostegno del settore (un milione di addetti ai lavori) fortemente penalizzato dai lockdown imposti a causa del Covid. “Bisogna pensare alla ripartenza: ristori, voucher e detraibilità fiscale sono i primi passi per rilanciare la domanda”
Pubblichiamo di seguito il comunicato della Cna Reggio Emilia giunto poco fa in redazione.
Dal 25 ottobre scorso il settore delle palestre, piscine e attività sportive continua a tenere spente le luci: le imprese hanno osservato un trimestre di chiusura a primavera e quasi un trimestre in questa seconda fase di restrizioni che continua dall’autunno. Il 2020 è stato un anno terribile e anche in questo 2021 appena avviato le sale fitness, i centri sportivi, le piscine continuano a rimanere chiusi. E molti forse non riapriranno più.
In Italia questo settore conta 1 milione di addetti ai lavori, mentre 20 milioni sono i cittadini che frequentavano i centri. Ora, dopo la seconda chiusura, bisognerà ripartire praticamente da zero. Tutte queste attività sono un importante presidio per il benessere, la prevenzione e la socialità da salvaguardare e valorizzare per il ruolo che hanno nel tessuto sociale anche nel nostro territorio.
L’assenza di una prospettiva chiara di riapertura – ad oggi formalmente fissata al 5 marzo dall’ultimo DPCM – è suonata per molti come una condanna definitiva, nonostante i rigidi protocolli applicati sin da maggio, gli investimenti fatti per garantire la sicurezza e i controlli delle forze dell’ordine che ne hanno confermato il rispetto.
CNA Benessere e Sanità ritiene sia il momento di programmare la riapertura dei centri sportivi, delle palestre, delle piscine, pur con le severe limitazioni già previste dopo la prima riapertura di maggio; questo serve a riportare allo sport e alla salute migliaia di adolescenti, anziani, persone con patologie e non, che necessitano di movimento e di una vita attiva.
CNA Reggio Emilia aveva già acceso i riflettori sull’ingiusta penalizzazione di queste attività nel sit-in di protesta pacifica davanti alla sede provinciale lo scorso 27 ottobre. “Palestre: sì ai controlli, no alle chiusure indiscriminate” era lo slogan scelto per esprimere il grido di dolore degli operatori colpiti, insieme a quelli dei bus turistici, della cultura, delle attività fieristiche. In questi giorni si sono ipotizzate, soprattutto da parte del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, nuove date di riapertura, senza però andare oltre alle dichiarazioni. Le imprese, i centri sportivi, le associazioni non possono più vivere in questa incertezza: è il momento di programmare la ripartenza, nel pieno rispetto delle norme anti-pandemiche, gestendo con cura e attenzione le misure di precauzione necessarie.
I ristori non saranno sufficienti: questa pandemia colpisce e colpirà duramente, oltre che la salute, anche la capacità di spesa delle famiglie e per questo è necessario pensare fin d’ora a misure che rilancino la domanda, a voucher che possano mitigare il costo per l’accesso ai vari impianti, alle palestre e alle tante attività e professionalità connesse per sostenerne la ripartenza, nell’interesse di tutta la collettività. Servono, inoltre, politiche straordinarie che allarghino le maglie della detraibilità fiscale, non solo parziale e per i minori, ma più estensiva, almeno per un periodo limitato.