Firenze – Si spingono a oltre un milione i nuovi poveri che hanno bisogno di aiuto anche per mangiare. Sono la conseguenza della crisi economica e sociale provocata dall’emergenza e dalla conseguente perdita di opportunità di lavoro. E’ dall’analisi compiuta dalla Coldiretti a tre mesi dall’inizio della pandemia che emergono i dati. L’analisi parte dal primo caso ufficiale di Covid – 19 individuato a Codogno il 21 febbraio e si basa sulle persone che da allora hanno beneficiato di aiuti alimentari con i fondi Fead distribuiti da associazioni come la Caritas ed il Banco Alimentare. L’aumento registrato delle richieste di aiuto si spinge anche oltre il 40% rispetto al pre covid.
“Un bilancio drammatico che ha sconvolto la vita delle famiglie e l’economia ma soprattutto ha provocato sofferenza con oltre 32mila vittime. Un tunnel dal quale il Paese sta per uscire con uno sforzo collettivo che – sottolinea la Coldiretti – non può essere vanificato da comportamenti scorretti con assembramenti, party e movida che rischiano di alimentare la ripresa del contagio da coronavirus”.
I nuovi poveri, come emerge dall’analisi della Coldiretti, provengono anche da strati sociali ad ora ancora immuni dalla povertà, perlomeno alimentare; anche se, con la trasformazione della società in corso, come più volte scritto su queste pagine, tutta una serie di famiglie genericamente assimilabili alla piccola-media borghesia, si sono venute a trovare sempre più pericolosamente vicine al baratro. La pandemia, nel nostro caso, ha avuto l’effetto dell’ultima spinta. Fra coloro che hanno perso il lavoro, troviamo infatti piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, ma anche molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie. “Presso i centri di distribuzione dei pacchi alimentari e alle mense della solidarietà si presentano persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche e ai centralini arrivano decine di telefonate al giorno con richieste di aiuto perché padri e madri non sanno come sfamare i figli e si vergognano di trovarsi per la prima volta in questo tipo di difficoltà”. Una riprova insomma che è il Paese nella sua fascia più operosa e capillare a trovarsi in difficoltà mai prima d’ora contemplate.
La fascia di nuovi indigenti fa salire a 3,7 milioni il numero totale di persone che in Italia in questo momento hanno bisogno di auto per mangiare, scrive nella nota la Coldiretti. Difficoltà che si ritrovano in tutto il territorio nazionale, ma che ha le sue punte di maggior impatto nel Meridione, con il 20% degli indigenti che si trova in Campania, il 14% in Calabria e l’11% in Sicilia. Ma il bisogno alimentare non si ferma al Sud: “Situazioni diffuse di bisogno alimentare si rilevano anche nel Lazio (10%) e nella Lombardia (9%) dove più duramente ha colpito l’emergenza sanitaria, secondo gli ultimi dati Fead. E tra questi – stima la Coldiretti – ci sono anche 700mila i bambini di età inferiore ai 15 anni che hanno bisogno di aiuto per bere il latte o mangiare con l’aggravarsi della crisi tra le famiglie e la chiusura delle mense scolastiche che per molti rappresentavano una occasione per un pasto caldo garantito”.
L’emergenza sociale è senza precedenti dal dopoguerra, mette in luce la Coldiretti, che sottolena anche che si è attivata la solidarietà per rafforzare gli interventi sul piano alimentare a chi si trova in difficoltà. “Quasi 4 italiani su 10 (39%) dall’inizio dell’emergenza hanno dichiarato di partecipare a iniziative di solidarietà per aiutare chi ha più bisogno attraverso donazioni o pacchi alimentari, anche utilizzando le operazioni di aiuto messe in campo dagli agricoltori con la spesa sospesa, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. Nei mercati contadini sono stati raccolti 500mila chili di cibo di qualità e a chilometri zero donati a decine di migliaia di famiglie e persone più bisognose direttamente dagli agricoltori di Campagna Amica nell’ambito dell’iniziativa la “spesa sospesa” con consegne gratuite di frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, olio e vino”.
“In questo contesto abbiamo anche ottenuto nel DL Rilancio lo stanziamento di 250 milioni per acquistare cibo da destinare alle famiglie più bisognose e affrontare una situazione che diventa ogni giorno più preoccupante – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – non c’è tempo da perdere e occorre al più presto procedere alla pubblicazione dei bandi per rendere operativo un intervento atteso da una ampia fascia della popolazione. Una misura importante per le famiglie e per le attività produttive con l’acquisto di prodotti autenticamente Made in Italy e denominazione di origine per aiutare anche aziende agricole ed allevamenti italiani in grande difficoltà”.
Foto: Luca Grillandini