Morti di lavoro, 559 nel primo semestre 2023, Toscana maglia bianca

I dati diffusi dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre lanciano un nuovo allarme

Firenze – Da gennaio a luglio 2023, gli infortuni mortali sul lavoro sono passati da 412 a 430; sommando i 129 morti nel percorso casa-lavoro, si giunge alla cifra di 559 vittime, con un incremento del 4,4% sullo stesso periodo del 2022. Si sta parlando di una media di 80 vittime al mese. A fronte di ciò, una buona notizia per la nostra regione c’è, in quanto, nella mappa delle regioni più a rischio rappresentata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, la Toscana è, insieme al Molise, in zona bianca, vale a dire che in Toscana e in Molise, l’incidenza degli infortuni mortali è minore dello 0,75 rispetto all’incidenza media nazionale (im) pari al 18,7 al 31 luglio 2023. Questo indice rappresenta il numero degli infortuni mortali per ogni milione di occupati, esclusi gli infortuni cosiddetti “in itinere”, vale a dire, occorsi nel tragitto per andare al lavoro, ovvero i 129 casi già menzionati. 

Si conferma inoltre, come indica la nota del report dell’Osservatorio, l’elevata incidenza di mortalità nei giovanissimi, intendendo la fascia d’età che va dai 15 ai 24 anni, molto superiore rispetto a quella che affligge la fascia ulteriore, ovvero quella dai 25 ai 34 anni, in cui si registra invece l’indice di incidenza più basso.ì. Rispettivamente, l’indice di mortalità è così distribuito, in queste due fasce:  fra i giovanissimi è del 15,7, mentre nella seconda è del 9,5. Inoltre, è da sottolineare che fino ai 14 anni, si rilevano ancora ben 30.845 denunce di infortuni, pari a circa il 9% del totale. 

L’emergenza è ancora elevata in particolare per i lavoratori stranieri, dal momento che dai dati emerge che il rischio per questi lavoratori di incorrere in un infortunio mortale è quasi doppio rispeto ai lavoratori italiani. Il dato parla chiaro: l’incidenza della mortalità è del 33,3 % rispetto al 16,9 degli italiani. 

Le denunce di infortunio totali sono in diminuzione dall’inizio dell’anno, confermando un trend già reso noto. In numeri, si tratta di .- 21,9% rispetto  a luglio 2022. Un dato senz’altro positivo, che però, come spiegano da Vega,  risente del fatto che nei primi mesi del 2022 gli “infortuni per Covid” erano ancora numerosi. Il decremento dunque, pur positivo, sarebbe legato, per gli statistici dell’Osservatorio, sostanzialmente all’abbassamento della pandemia. Fra i settori più colpiti dagli infortuni, il manifatturiero si conferma al primo posto, con 42.807 casi. Seguono: Costruzioni (18.727 casi), Trasporto e Magazzinaggio (17.905), Commercio (17.303) e Sanità (16.389).

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane da gennaio a luglio 2023 sono state 121.095, quelle dei colleghi uomini 223.802.

Per quanto riguarda l’indicenza sul territorio, in zona rossa nei primi sette mesi del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (ricordiamo che l’Im rappresenta l’Indice incidenza medio, pari a 18,6 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) troviamo: Umbria, Abruzzo, Basilicata e Calabria. In zona arancione: Friuli Venezia Giulia, Puglia, Marche, Trentino Alto Adige, Campania, Sicilia e Veneto. In zona gialla: Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Sardegna, Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. In zona bianca: Toscana e Molise.

“Fatto il giro di boa del 2023, le proiezioni statistiche descrivono un panorama a dir poco sconfortante. Ed è avvilente constatare – per chi come noi si occupa da 14 anni di monitorare quotidianamente l’emergenza – come la situazione non accenni in alcun modo a migliorare. Anzi, come nel caso delle morti in occasione di lavoro, lo scenario diventa di mese in mese più critico con un incremento rispetto allo scorso anno del 4,4%”, commenta Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre. 

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