di Alessandro Bettelli
E’ chiaro che con la recessione e la sensibile svalutazione del potere d’acquisto di quei 4 soldi che percepiscono a fine mese, siano sempre di più quegli italiani che decidono (talvolta ob torto collo) di lasciare il (Bel)Paese per andare a vivere all’estero, una volta pensionati. Ebbene, il fenomeno non è passato inosservato, tant’è che il presidente dell’Inps, Tito Boeri, presentando il rapporto World Wide Inps ha sottolineato che è “paradossale” che “continuiamo a pagare prestazioni a pensionati che vivono in altri Paesi “e che magari hanno un’assistenza di base”, mentre “in Italia non ci sono strumenti contro la povertà e una rete di base proprio perché si dice non ci siano le risorse”. E ha auspicato che con i contributi di chi non ha la cittadinanza italiana venga costituito un fondo per finanziare politiche di integrazione. In altre parole: colpire i pensionati che risiedono all’estero per risanare i conti pubblici italiani.
Del resto, ogni anno aumenta il numero di anziani italiani che emigrano perché all’estero trovano condizioni di “sopravvivenza” migliori che in Italia: solo nel 2014 i pensionati espatriati sono stati 5.345, il 65% in più dell’anno precedente.

Il numero dei pensionati emigrati è passato dai 2.553 del 2010 ai 5.345 nel 2014, con un aumento del 109%. Allargando lo sguardo al periodo 2003-2014, il numero sale a 36.500 persone. In tutto i trattamenti pensionistici erogati all’estero, in oltre 150 Paesi, sono 400mila all’anno per una spesa complessiva che supera il miliardo di euro
Quel che “infastidisce” maggiormente Boeri, in realtà, è un altro aspetto dell’emigrazione della terza età: il fatto che i pensionati che scelgono l’estero, lo fanno perché fuori dai nostri confini nazionali la tassazione è di gran lunga più umana. Pertanto, anziché essere soggetti a imposte superiori al 30%, molto spesso si ritrovano l’assegno mensile decurtato addirittura meno del 10%. Questo significa una sola cosa: maggiore potere d’acquisto della pensione. Una cosa che a Boeri sembrerebbe “indigesta”.
“Il fenomeno dei pensionati italiani che prendono la residenza all’estero – dice il numero uno dell’Inps – erode la base imponibile: molti pensionati ottengono l’esenzione della tassazione diretta e non consumano in Italia, con effetti quindi anche sulla tassazione indiretta. E il fenomeno non è compensato da flussi in ingresso di pensionati Inps che rientrano, solo 24.857 dal 2003 al 2014″.
Come dire: hai lavorato e pagato le tasse una vita in Italia, e ora decidi di andartene all’estero affinché io non possa più “sfruttarti”? Affari tuoi, intanto io ti riduco la pensione…