Livorno, trovato corpo settima vittima, Rossi: “Serve un provvedimento speciale”

Livorno – E’ stato ritrovato in un giardino privato nella zona di Antignano, pieno di fango, non lontano dal torrente Ardenza, il corpo della giovane donna che mancava all’appello, Martina Bechini, 34 anni. Ancora disperso, invece, Gianfranco Tampucci, 67 anni. Sale così a sette il numero delle vittime  accertate del nubifragio che fra sabato e domenica ha messo in ginocchio Livorno. Stamattina il presidente regionale Enrico Rossi si è nuovamente recato nella città ferita, e qui si tratterrà tutto il giorno. Prima tappa al Pala Modì per incontrare i volontari, poi sopralluoghi su Chioma, Ardenza, Rio Maggiore e Ugione.

Un taglio alle polemiche del codice arancione o rosso, un impegno forte affinché il disastro non sia derubricato al solo “cambiamento climatico”. Nessun fatalismo, Rossi chiede un  provvedimento speciale del Governo per Livorno, un intervento sostanzioso, sul modello di quelli varati per il Veneto o per il terremoto in Emilia. Un intervento che possa scongiurare l’esplodere di tensioni sociali in una città già provata dalla crisi economica.  “Livorno è una città in ginocchio – spiega il presidente Rossi – la zona industriale e anche quella di Collesalvetti sono colpite in modo pesante, le case, gli scantinati, molte abitazioni e soprattutto i seminterrati sono stati invasi dall’acqua e ci sono molte famiglie che si trovano totalmente prive di ogni cosa. O si fa, da parte del Parlamento e del Governo, un provvedimento veramente importante tipo quello che fu fatto nel 2010 per l’alluvione del Veneto, con 300 milioni, o per il terremoto in Emilia con 500 milioni, per dare a questa città la possibilità di risollevarsi, oppure davvero bisogna dire ‘piove sul bagnato’. Livorno è la realtà, dal punto di vista economico, sociale, occupazionale, più difficile di tutta la Toscana. E’ questo il punto politico su cui discutere. Non ci accontenteremo di un provvedimento ordinario per rimettere a posto qualcosa, come si fa in questi casi. C’è bisogno di un intervento davvero sostanzioso da un punto di vista finanziario rivolto a imrese e famiglie. Altrimenti anche le tensioni sociali che questa città vive in maniera piuttosto pesante rischiano di diventare esplosive”.

“Stiamo facendo i conti di tutto – prosegue Rossi – presto li manderemo alla Protezione Civile Nazionale. Voglio che su questo si pronunci il Governo: chiederò un incontro con Gentiloni e con tutte le forze politiche. La vicenda non può essere derubricata come ordinaria. C’è una città con 140 mila persone che versa in una situazione drammatica e ha bisogno di un aiuto consistente, altrimenti seri pericoli che la situazione si aggravi”.

Intanto stamattina, martedì 12 settembre, riaprono le scuole di ogni ordine e grado nonché dei servizi educativi 0/3 (nidi e spazio gioco) comunali e convenzionati e delle scuole dell’infanzia. La decisione è stata presa dalla vicesindaco Stella Sorgente al termine di una serie di sopralluoghi condotti insieme ai tecnici del comune fin dalle prime ore della mattinata di ieri per verificare lo stato degli edifici. Entreranno in classe i bambini degli asili nido e delle scuole materne, ma saranno aperte anche le scuole statali dove il personale insegnante e ausiliario riprenderà servizio in vista dell’avvio delle lezioni che, come prevede il calendario scolastico regionale, sarà venerdì 15 settembre.  L’unica struttura che presenta effettivi problemi di agibilità è la Scuola Media Bartolena, di P.zza San Simone dove il piano terreno è stato completamente invaso dall’acqua e dal fango. Sul posto, oltre ai tecnici comunali, è intervenuta la Protezione Civile che ha provveduto a spalare il fango, mentre già stamattina sono in atto nuovi interventi.

Per quanto riguarda le persone che non sono potute rimanere nelle case invase dal fango, molti hanno trovato asilo presso parenti e amici. Fino a ieri sera, lunedì, circa quaranta livornesi  hanno trovato alloggio nelle molte strutture alberghiere che si sono rese disponibili a ospitarli.

Il servizio elettrico è stato ripristinato. Tutti gli impianti che si trovavano nelle zone allagate sono di nuovo attivi dal tardo pomeriggio di ieri (a parte la cabina elettrica Lido di Chioma, situata in un’area non raggiungibile a causa del crollo di un ponte). Il lavoro della task force di e-distribuzione, la società del Gruppo Enel che gestisce la rete di distribuzione elettrica, proseguirà anche nei prossimi giorni per verificare eventuali ulteriori situazioni nei condomini o nelle abitazioni alluvionate, in collaborazione con Prefettura, Comune di Livorno, Protezione Civile e Vigili del Fuoco.

E’ stato segnalato anche un allarme ambientale (pagina facebook di Senza Soste, https://www.facebook.com/Senza-Soste-51929902626/), costituito da uno sversamento in mare di idrocarburi proveniente da un piccolo fosso, parallelo al torrente Ugione,  poco dopo la ex Delphi/Trw in via Enriques. Il fosso è pieno di un liquame scuro che odora di nafta che viene dalla raffineria Eni. La Labromare insieme a mezzi della Capitaneria di Porto si è messa al lavoro per limitare l’impatto, ma purtroppo per parecchie ore questo liquame è finito in mare in zona portuale (zona Darsena Toscana). Del resto, la raffineria Eni è allagata da domenica e le acque hanno invaso anche le vasche e portato via vari liquami di scarto. Già ieri sera la puzza di idrocarburi (nafta, dicevano le persone) era stato segnalato. 

 

 

 

 

 

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