Prato – Ancora un suicidio all’interno del carcere della Dogaia di Prato, il quarto dall’inizio dell’anno. La vittima un 35enne di origine tunisina,pare affetto da un forte disagio psichico, si è impiccata nella propria cella nel reparto di isolamento della struttura penitenziaria il 7 agosto scorso, dopo il suo trasferimento a Prato da un altro istituto. Un ulteriore dramma che va ad aggiungersi all’ultimo avvenuto il 28 luglio scorso, quando a togliersi la vita fu un ragazzo di 27 anni.
Dopo la morte del giovane, i detenuti tentarono durante la notte un’altra rivolta che, grazie all’intervento tempestivo degli agenti non ebbe seguito. Ma la situazione della struttura carceraria pratese desta ad oggi non poche preoccupazioni perché ad mancano un direttore e un comandante titolare. E sull’argomento si era confrontata pochi giorni fa, la commissione consiliare 5 delle politiche sociali, durante la quale la garante dei detenuti Margherita Michelini aveva informato i consiglieri sulle condizioni dei detenuti ed esposto numeri e dettagli sulla struttura. “I posti a disposizione sono 589, tre in più di quelli occupati. Il sovraffollamento si registra solo nelle sezioni ordinarie dove sono in 65 a dividersi 40 posti, mentre dei 68 presenti in semilibertà sono occupati solo 24”.
Sulla struttura ,”non ci sono gli aspiratori in bagno e le celle sono piene di scarafaggi e blatte mentre i materassi sono pieni di uova di cimici. Le docce nelle celle ci sono solo nella prima sezione”. Mentre sulla formazione: “La scuola soffre per la carenza di personale, spesso i detenuti arrivano tardi alle lezioni perché nessuno li accompagna e sono costretti ad andare via prima perché alle 11 c’è il pranzo.La garante aveva poi aggiunto che la Regione Toscana spendeva più soldi per “Sollicciano e meno per altri istituti penitenziari”. Sul tema si era espressa anche l’onorevole Erica Mazzetti di Forza Italia che, a margine di una visita nella struttura, aveva dichiarato una “Maggior attenzione per Prato ma no allarmismi. Migliorare l’esistente. Mi impegnerò direttamente”.
Intanto nella tarda serata di ieri è arrivato il cordoglio del presidente della regione Eugenio Giani che, sulla sua pagina instagram aveva scritto di sentirsi “profondamente addolorato per quanto successo, inaccettabile affrontare simili tragedie senza interventi significativi. La situazione di sovraffollamento, carenza di personale e igiene richiede un’azione immediata. Chiediamo al governo e al Ministero della giustizia di affrontare con decisione queste problematiche assicurando ai detenuti la loro rieducazione come sancito dall’art. 27 della Costituzione. La Toscana non resta indifferente. È il momento di agire!”.
Mentre un odg presentato dal parlamentare del Pd Marco Furfaro, che chiedeva al governo di intervenire per sanare la situazione di crisi del carcere della Dogaia con risorse finanziarie, organizzative e di personale per sanare “una situazione di crisi che non garantisce adeguate condizioni dignitose né ai detenuti né al personale”, ha avuto il parere contrario della maggioranza. Durissimo il suo commento: “Evidentemente la situazione di difficoltà del personale, la mancanza di ruoli apicali tra cui il comandante, le blatte e le cimici nei materassi, le celle senza docce o senz’acqua, la mancanza di carta igienica, le temperature roventi, non sono abbastanza per il governo che considera Prato evidentemente una città di serie B”. A cui ha fatto seguito, a poche ore dalla drammatica morte del detenuto, il secco comunicato della Sindaca Ilaria Bugetti che dopo il quarto suicidio in otto mesi all’interno della casa circondariale pratese, è tornata a chiedere al Governo una visita in città del Ministro Nordio unitamente a risposte concrete per ristabilire dentro quella struttura detentiva il rispetto della dignità umana.
“Rinnovo l’invito al ministro Nordio a venire qui a Prato,-così la sindaca Bugetti,-per trovare soluzioni alla drammatica situazione in cui si trova La Dogaia. Il centrodestra si unisca a noi perché su questi temi dobbiamo essere trasversali. Come istituzioni non possiamo e non vogliamo tacere. Dobbiamo farlo uniti, senza distinzioni di colore politico. Non è il momento delle ideologie, ci vogliono i fatti. Per questo invito il centrodestra ad abbandonare qualsiasi tentativo di narrazione edulcorata delle condizioni della Dogaia per compiacere il proprio governo, tra l’altro smentita dai fatti, e a unirsi a noi nel chiedere al ministro Nordio un sopralluogo e degli interventi immediati. Non c’è più tempo per riflettere o per adottare soluzioni di facciata,
La Dogaia è al collasso”. Il ministro Nordio sarà dunque invitato a partecipare anche al Consiglio comunale straordinario che tutta la maggioranza ha deciso di richiedere sui drammatici fatti della Dogaia per un confronto aperto con il personale sottodimensionato da anni e che ogni giorno si trova a fare i conti con la difficoltà di una struttura penitenziaria non adeguata come quella pratese e con chi è chiamato a dare risposte e soluzioni. La richiesta verrà protocollata nelle prossime settimane. “Dal governo e dalla maggioranza che lo sostiene mi aspetto prima di tutto serietà, -ha poi concluso Bugetti, – perché come Comune abbiamo le mani legate perché non è nostra competenza. Possiamo promuovere progetti di reinserimento e di coinvolgimento dei detenuti ma sulle condizioni in cui si vive e si lavora in carcere non possiamo fare niente. Tocca al governo intervenire ed è doveroso che lo faccia. Le condizioni in cui si trova il nostro carcere rendono impossibile realizzare il compito che la nostra Costituzione affida alla pena detentiva, quello della rieducazione del detenuto per un pieno reinserimento nella società. Solo così potremo definirci un Paese civile”.
In foto carcere La Dogaia di Prato e sindaca Bugetti