La Regione si aggrappa all’Europa per superare la crisi

Ha le idee ben precise il presidente della Regione Toscana. Secondo Enrico Rossi, per rilanciare l’occupazione giovanile e trovare risposte alla crisi sociale in atto è necessario «raddoppiare i fondi europei per la sperimentazione e l’innovazione sociale». Da 90 milioni di euro, ha spiegato il Governatore, i nuovi fondi comunitari per gli anni 2014-2020 dovrebbero passare a 190 milioni di euro. «La pesante crisi sociale che colpisce soprattutto i giovani di tutta Europa – ha spiegato ieri, 19 gennaio, intervenendo a Bruxelles come rappresentante del Comitato delle Regioni italiane – richiede uno sforzo straordinario dell’Unione Europea e degli Stati. Le Regioni da sole non potranno mettere in campo iniziative efficaci di sostegno, in difesa del lavoro e dei diritti. In Europa ci sono ben 5 milioni di giovani disoccupati, con punte del 29% come in Italia, dove un giovane su tre non lavora. Siamo quindi chiamati a sforzi consistenti e innovativi per evitare che a pagare i costi della crisi siano i più deboli». Il commissario Laszlo Andor, responsabile degli affari sociali dell’Unione Europea, ha concordato con il presidente della Regione Toscana di mettere a punto assieme alle Regioni una proposta operativa per aumentare i finanziamenti comunitari alle politiche giovanili. Rossi, dal canto suo, ha esposto al commissario europeo quanto fatto dalla Toscana a partire dal 2001 per sostenere i giovani con il progetto Giovanisì (35.000 giovani toscani coinvolti, 1.000 tirocini retribuiti attivati, 700 aziende convenzionate e 400 di prossimo inserimento nel progetto, 1.000 partecipanti al servizio civile regionale, 400 richieste per il contributo affitti e 36 domande per gli aiuti previsti per la nascita di nuove imprese giovanili). Il Governatore, infine, ha ricordato ad Andor che la Regione ha l’intenzione di promuovere un importante progetto di inclusione sociale che permetta alla città di Prato una maggiore integrazione con la comunità cinese presente sul territorio. «I Comuni e le Regioni d’Europa devono far pressione sugli Stati centrali, e sui loro rappresentanti al Parlamento di Strasburgo, affinché non venga tradito lo spirito comunitario e solidale dei padri fondatori dell’Unione Europea, che questa crisi sembra aver fatto smarrire», ha dichiarato invece Giuliano Fedeli, vice-presidente del Consiglio regionale della Toscana. intervenendo al direttivo della federazione toscana dell’Aiccre (Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa), della quale è presidente, Fedeli si è detto consapevole che alcune nazioni dell’Unione sono più virtuose di altre, ma che questo non toglie che i principi guida dell’associazione europea debbano rimanere la solidarietà e la generosità. «La Germania e gli Stati economicamente più forti – ha proseguito il presidente dell’Aiccre Toscana – non possono ignorare che alcuni mercati nazionali europei, fra cui quello italiano, sono sotto un feroce attacco speculativo. Se lo faranno ancora, alla lunga, ne pagheranno le conseguenze perché si vive in un contesto sovranazionale ed anche la Germania, per i suoi commerci ed i suoi mercati, ha bisogno dell’Eurozona. Se tradisce il patto comunitario, tradisce se stessa». «Nonostante tutto – ha concluso Fedeli – non sono pessimista. Però i Comuni e le Regioni, che fra loro hanno molti più interessi similari di quanto li possano avere i poteri centrali, devono far presto. Urge che gli Enti locali costringano gli Stati centrali e il Parlamento europeo a rivitalizzare lo spirito comunitario e solidale che negli ultimi sessant’anni ha contraddistinto l’Europa».

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