Le sfide del giornalismo on line

La sfida di “Stamp” è invece diversa: si tratta di realizzare un progetto compiuto d’informazione regionale. Il tutto in controtendenza rispetto a quella mentalità municipalista che proprio alla Toscana viene talvolta rimproverata.

Le nuove tecnologie possono essere, anche per questo scopo, uno strumento molto efficace. Non è vero, certamente, che tra non molti anni – nel 2043! – verrà stampata l’ultima copia su carta del “New York Times”, sostituita completamente dalla versione online. La comunicazione, come si sa, procede per accumulazione e non per sostituzione. È però vero che le tecnologie della rete forniscono opportunità inedite al giornalista per informare e stare sulla notizia. Si tratta in special modo, come ben si vede anche dalle versioni online dei giornali nazionali e locali, di opportunità che riguardano la partecipazione dei lettori ai processi dell’informazione. Non solamente è garantito il feedback immediato su una notizia; non solamente è possibile reagire al commento pubblicato su un blog. Soprattutto la notizia stessa può essere proposta e integrata con il contributo dei lettori: che, da spettatori, si trasformano sempre di più in testimoni di eventi e in collaboratori del giornale.

Si badi bene: non voglio dire – richiamando il nome di un’iniziativa recentemente apparsa in rete – che “siamo tutti giornalisti”. Chi assiste a un evento e magari lo documenta e ne parla pubblicamente non è perciò stesso un giornalista. Tuttavia, con la diffusione dell’informazione online, stiamo assistendo a un cambiamento nel rapporto tra il giornale e il suo pubblico. Di più: siamo di fronte alla possibilità di una trasformazione dell’idea stessa di opinione pubblica. Infatti, ben lo sappiamo, il lavoro degli organi d’informazione è stato fino a oggi, ed è tuttora, soprattutto quello di orientare un’opinione pubblica altamente volatile: anche fornendo pronta cassa opinioni agli individui che ne possono averne bisogno.
Ora, grazie al giornale online, è possibile passare da questo compito di orientamento all’apertura di un discorso che sia veramente comune, condiviso, e che coinvolga tutti coloro che possono aver accesso allo spazio pubblico dell’informazione. Ecco ciò che le nuove tecnologie garantiscono. Ecco, però, in che cosa consiste davvero la sfida che dev’essere accolta da un progetto d’informazione che sia veramente nuovo.

La posta in gioco, insomma, è davvero importante. Si tratta di ricostruire la fiducia tra chi fa informazione, da un lato, e chi vi attinge e vi partecipa, dall’altro. Si tratta di ricostruire quella fiducia che in generale è alla base di una comunità: una fiducia che molti, troppi episodi hanno rischiato d’intaccare. Auguriamo all’iniziativa di “Stamp” di venire incontro a questo vero e proprio dovere civile.

 

Adriano Fabris

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