Firenze – La premiazione della quarta edizione del Premio nazionale Lorenzo Bargellini si è tenuta oggi 4 giugno, nel giorno della prematura scomparsa di Lorenzo Bargellini, leader del Movimento di Lotta per la Casa. Una figura che rientra a pieno titolo nella storia fiorentina, nella cui realtà ha vissuto e in cui ha costruito quella parte importante della coscienza collettiva cittadina che ha messo la propria attenzione sul problema abitativo, imprescindibile passaggio per assicurare alle persone quei diritti naturali riconosciuti dalla Costituzione, che attengono a un tempo a equità nelle occasioni di sviluppo sociale e opportunità esistenziali e che formano l’imprescindibile substrato a quell’esistenza “libera e dignitosa” di cui si parla nella Carta Costituzionale.
Sulla linea di questa eredità sempre presente, le tesi premiate oggi, nell’appuntamento che si è tenuto nella Casa del Popolo di via Caccini, a Firenze, hanno rimarcato la stretta parentela fra casa, lavoro, dignità dell’esistere. La vittoria è andata a Vincenzo Giuseppe Luca Lo Re, per la tesi “Vivere nel recupero: Dalle macerie alla riproduzione sociale. Spazi dello scarto e del riuso nella Città vecchia di Taranto”, discussa nell’ambito del XXXIII ciclo del Dottorato di Ricerca Ingegneria dell’Architettura e dell’Urbanistica, Curriculum Tecnica Urbanistica, Sapienza Università di Roma.

La motivazione della Commissione giudicatrice del Premio (Angela Perulli, Università di Firenze, Corrado Marchetti, già Direttore della Fondazione Giovanni Michelucci, Dimitri D’Andrea, Università di Firenze, Christian G. De Vito, Università di Bonn, Donato Bargellini, rappresentante della famiglia, Abdelmajid Louchachha, Ass. Un Tetto sulla Testa, Sabrina Tosi Cambini, Università di Parma): “La questione centrale che la tesi solleva è come le grandi trasformazioni previste dalla transizione economica ed urbana di una città possano mettere a repentaglio la realtà degli abitanti un territorio, prima considerato “di scarto”, attraverso l’imposizione di un processo di rigenerazione urbana tendente alla sua riconversione politico-spaziale. La tesi, di carattere etnografico, esamina compiutamente il contesto della Città Vecchia di Taranto che, sullo sfondo della crisi dei modelli spaziali prodotti dalle precedenti trasformazioni industriali e della gestione contradditoria e drammatica degli impatti della fabbrica siderurgica, è oggi interessata da progetti dall’alto incapaci di rapportarsi alla complessità di storie, iniziative e relazioni di gruppi sociali che continuano ad abitare la Città vecchia. La tesi analizza in profondità la realtà esperienziale di questi spazi di vita, rigenerati attraverso pratiche di auto-recupero condotte dagli abitanti, da comitati e associazioni che cercano di ricomporre dalle macerie dell’abbandono un universo sociale, politico e culturale con nuove modalità di interconnessione con il resto della città. Con attenzione metodologica e sguardo analitico ai diversi attori, ai luoghi, agli strumenti e ai mezzi disponibili, viene pienamente messa in luce la contesa tra le pratiche spaziali di auto-recupero e la riconfigurazione della Città Vecchia da parte dell’azione programmatrice pubblica delle autorità competenti che non riconosce un ruolo all’uso attivo dello spazio pubblico da parte degli abitanti. La tesi evidenzia l’importanza di un approccio ai contesti marginali e stigmatizzati che non solo restituisca un ruolo alle persone che vi abitano ma ne faccia forza propulsiva per l’azione di recupero”.
Oltre all’aggiudicazione del Premio, come d’uso, la Commissione ha anche attribuito due menzioni di merito.
“Burocrazia, estetica ed efficienza: un’etnografia delle trasformazioni delle relazioni di lavoro in una fabbrica”, di Gianni Giombolini, è la tesi discussa nell’ambito del XXXIII ciclo del Dottorato di ricerca in Scienze Umane, Curriculum Antropologico-Linguistico presso l’Università di Perugia.

“La tesi tratta dell’introduzione del “World Class Manufacturing”, l’ultima versione del toyotismo, in una fabbrica umbra – si legge nella motivazione della Commissione – come spiega bene l’Autore, la fabbrica produce in effetti non solo laminati e pavimenti ma anche il modello organizzativo stesso, attraverso una sistematica attenzione all’aspetto estetico-comunicativo, che trasforma lo spazio della fabbrica in un artefatto, in uno strumento di propaganda e consenso. Nella tesi c’é dunque la fabbrica, indagata nei suoi spazi specifici; ci sono i managers impegnati nei loro obiettivi di produzione e riproduzione materiale e simbolica; e ci sono gli operai e le operaie, stretti tra l’incorporazione del modello toyotista e l’esperienza dello sfruttamento, ma anche capaci di resistenza, di critica, di organizzazione autonoma in un contesto in cui il sindacato viene non solo emarginato ma anche strutturalmente eliminato. Nelle pagine di questo elaborato c’è anche l’Autore, prima operaio in quella fabbrica poi ricercatore, la cui voce emerge anche direttamente, attraverso dei “frammenti biografici” che gli consentono di riflettere sull’esperienza passata con gli occhi dell’antropologo sociale. Si tratta quindi di un lavoro concettualmente ed empiricamente sofisticato, che fa emergere nel Premio Bargellini la questione della fabbrica, posta di nuovo al centro della riflessione pubblica e politica anche dagli operai e delle operaie della GKN: una fabbrica tecnologicamente trasformata, ma che continua a produrre forme di sfruttamento e di resistenza, che si estendono anche oltre le sue mura”.
Menzione di Merito anche per la tesi, discussa nell’ambito del Corso di Laurea Magistrale in Geography, Spatial Management, Heritage for International Cooperation, Università di Firenze, di Isabella Troisi, “L’agroecologia Politica come pratica di cambiamento. Immaginari e testimonianze dalla Comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze”.

“La tesi si distingue per l’originalità dell’approccio al problema del cambiamento climatico attraverso pratiche di riparazione ecologica e sociale connesse ai sistemi agroalimentari – è la motivazione della commissione scientifica – il testo, di stampo interdisciplinare, si posiziona nel campo dell’Agroecologia Politica intesa come pratica di cambiamento connessa a strumenti, immaginari, pratiche materiali e strategie politiche per un cambiamento di paradigma nell’intero funzionamento della società. Il lavoro approfondisce l’esempio di una specifica esperienza nel territorio fiorentino, interrogando i suoi protagonisti e indagandone le relazioni con il mondo esterno, da cui emergono le potenzialità di questo nuovo modello ma anche i limiti e le difficoltà della sua immediata replicabilità. La commissione sottolinea che il lavoro affronta una nuova e diversa declinazione dei temi oggetti del Premio facendo emergere il potenziale trasformativo di pratiche alternative ed emancipative del cibo e il loro nesso con possibili nuove politiche a livello urbano e territoriale”.
La premiazione si è tenuta verso le 11.30 ed è stata seguita da una tavola rotonda con molti interventi, in particolare riguardanti la realtà fiorentina e toscana. Fra le associazioni presenti al dibattito, oltre alla Commissione del Premio, il Collettivo di Fabbrica Gkn e Giovanni Pandolfini, per la comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze. Dopo il pranzo, la giornata è continuata con l’assemblea aperta dell’associazione “Un Tetto sulla Testa”. Hanno partecipato le/i garanti dei Progetti di Autorecupero ex Asilo Ritter ed ex Bice Cammeo via Aldini, PerUnaltraCittà-Laboratorio Politico, Mag Firenze, Il Melograno, Collettivo di Fabbirca GKN, Csa Next-Emerson, Mondeggi Bene Comune, Comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze, Fuori Binario e altre realtà cittadine.
Soddisfazione per l’eco sempre più ampia a livello nazionale del Premio Lorenzo Bargellini, che raccoglie ormai tesi magistrali e di dottorato che spaziano negli Atenei di tutta la Penisola, è stata espressa dal Comitato Promotore, composto da famiglia Bargellini, Archivio Il Sessantotto, Fondazione Giovanni Michelucci, Istituto Ernesto de Martino, Ass. Un Tetto sulla Testa, Unione Inquilini, Massimo Cervelli, Maurizio Lampronti, Stefano Sbolgi e Giuseppe Cazzato (Confederazione Cobas), Angela Perulli (Università di Firenze) e Sabrina Tosi Cambini (Università di Parma), che ha condotto la premiazione.