E’ nella logica delle cose. Almeno quelle che la qui presente, derelitta testata in beata solitudine, vi cerca di illustrare da svariati mesi. Quando il reaparecido Claudio Guidetti, nel frattempo divenuto calendiano, rispuntò dall’oblio inanellando una raffica di convegni che andavano dai problemi di sicurezza sul lavoro (in prima fila ex esponenti Cgil e sindaco Luca Vecchi) alle problematiche ecclesiastiche col Vescovo emerito Camisasca (non perfettamente allineato con Papa Francesco su alcune tematiche quali ad esempio i gay), non mangiammo la foglia. La gatta che ci covava era un pre-accordo con quelli del Pattone ventennale nel tentativo embrionale di erodere consensi al centro in vista delle amministrative. Due giorni dopo dicasi due, il segretario provinciale Pd Massimo Gazza si fece immortalare con lo stesso Guidetti, a carte ormai scoperte buttate sul tavolo da gioco dalla nostra (poco) amata 7per24, rivelando l’arcano.
Ora a Reggio è calato il disvelamento definitivo del segreto di Pulcinella: è arrivato lo stesso Calenda con la scusa del libro (si intitola il Patto, senza “ne”) e della nuova sede di “Azione” a tirare la volata all’infettivologo Marco Massari, ottimo professionista medico del tutto scevro di qualsivoglia esperienza amministrativa nonostante un passato da convinto figiciotto, l’uomo su cui quelli del Pattone hanno convenuto di insistere. Calenda non ha propriamente sbottato “o Massari o nulla” ma affermato che secondo lui sarebbe un buon candidato in quanto sanitario. “O il candidato avrà un profilo riformista – ha detto – o Azione farà altre scelte.
Per Massari, di cui a Reggio politicamente nessuno sa nulla non avendo mai rilasciato uno straccio di intervista, si tratta dunque di una investitura ma anche di un bacio della morte perché di progressista ed ambientalista nel programma calendiano non è che ci sia granché per usare un eufemismo. Il leader nazionale di Azione ha anche ribadito che il suo partito coi 5stelle e la Sinistra non ha nulla da spartire. Per non parlare del suo rapporto col reggiano Maurizio Landini, capo della Cgil nazionale. L’epiteto più soft con cui Calenda chiama Landini è “stalinista”: lo accusa tutti i giorni di chiudere un occhio, sindacalmente parlando, sulla svendita del settore automobilistico italiano per avere belle interviste su “la Repubblica” di Elkann. Cioè in sostanza di essersi svenduto per un piatto di lenticchie editoriali. Facciamola breve: Calenda è il nemico dichiarato pubblico numero 1 di Landini.
La nuova sede di Azione a Reggio, dove l’ex direttore di Confindustria Calenda ha palesato il suo endorsement per Massari, è in via Ariosto, in un angolo del palazzo che per decenni ha ospitato la sede della Dc, a Reggio in netta maggioranza dossettiana. I dietrologi che fanno ironia sul Pattone cattocomunista Delrio-Vecchi e che spingono il Massari sullo scranno più alto del municipio, sono accontentati. A proposito di Delrio, dicono che Elly Schlein si sia incavolata di brutto con l’ex ministro, reo di aver spronato la dem Bigon, causa la quale non è passata la legge di fine-vita in Veneto (come dire che il leghista Zaia sui temi bioetici sia più progressista del piddino Delrio). Anche Castagnetti ha fatto un post d’esultanza per il voto contrario della consigliera veneta Pd. In soldoni, il candidato sindaco della Fgci e di NonUnaDiMeno, il Massari appunto, è lo stesso di quell’area cattocom che su questi temi appunto è più conservatrice di Zaia.
Nel precedente articolo dedicato alla telenovela sul candidato sindaco, sempre 7per24 aveva profetizzato che sarebbe scorso, politicamente parlando s’intenda, un fiume di sangue: allo schizofrenico quadro di cui sopra, si aggiunga che da ultimo Raffaele Leoni (fedelissimo di Vecchi) abbia attaccato il sindaco di Rubiera, il lettiano Emanuele Cavallaro reo di parlare di altri possibili candidati (oltre a Massari e de Franco) e di non aver escluso le primarie. Appare abbastanza evidente insomma come quelli del Pattone, Gazza, Vecchi e Delrio, anelino solo a far passare altro tempo per rendere le primarie impossibili ed andare alla conta nell’assemblea cittadina dove evidentemente son certi di avere la maggioranza pro-Massari.
Ricapitoliamo: il confindustriale Calenda attacca Landini e sostiene l’ex figiciotto Massari, Delrio “salva” il centrodestra in Veneto e minaccia di autosospendersi dal Pd contro la Schlein ma sostiene Massari, il sindaco in scadenza Vecchi che vorrebbe imporre il suo successore e che a sua volta sta con Massari. Leoni che alla festa provinciale del Campovolo in agosto esaltava la “partecipazione dei Mille” e che oggi dice al responsabile enti locali del suo stesso partito, alias Cavallaro, di non impicciarsi (commento facebook poi cancellato). Dulcis in fundo, il Procuratore generale Paci che esattamente il giorno dopo la mega convention di Luca Vecchi al Valli, in un’intervista su un quotidiano nazionale, dice in sostanza che Reggio è la capitale nazionale della mafia o giù di lì. Tutto ciò sarebbe stato evitato con le primarie ed un po’ di sano dibattito democratico. Ed invece eccovi il caos, gli intrighi, le dietrologie, le veline alla stampa, le conte, le riunioni top-secret. Date retta ogni tanto alla qui presente testata, evitereste un certo tipo di derive.