“Elementare Watson”: con la crisi calano gli insoluti

“Elementare Watson”: con il calo delle attività economiche diminuiscono anche i protesti. Il caso degli assegni: in discesa anche i “cheques” non pagati perché le banche li limitano ai cattivi pagatori

Per i più ottimisti (e illusi) è sintomatico di una ripresa del ciclo economico, per i più disillusi e attenti non è altro che un effetto della crisi perdurante. Dopo il calo dei dei fallimenti nella provincia di Reggio Emilia, anche i protesti nel primo quadrimestre 2015 sono risultati in calo sia per il numero  sia per l’importo complessivo degli insoluti.

Sono 1.408 i titoli esecutivi protestati nel corso dei primi quattro mesi del 2015 nella nostra provincia con una diminuzione, rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, del 20,4%. In calo del 35,9% anche il valore dell’insoluto che ammonta a quasi 2,2 milioni di euro.

Il  numero di cambiali protestate è passato dalle 1.268 del 2014 alle 1.021 dell’anno in corso (-19,5%); ancora più elevata la contrazione dell’importo, che registra una flessione del 44,3% portandosi a quasi 876.000 euro.

Relativamente agli assegni, a fronte di una diminuzione del 22,6% nella consistenza (da 500 a 387), si registra un decremento nel valore di 559.000 euro (-29%): da 1,9 milioni di euro del 2014 a 1,4 milioni del 2015.

Lo rileva l’ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia sulla base dei dati forniti dall’ufficio protesti.

Tuttavia, come dicevamo, per capire quanto questa flessione rispecchi un superamento della crisi economica occorrerebbe infatti sapere qual è la percentuale di titoli non onorati sul totale. Il calo dei protesti infatti può essere letto dai più ottimisti come un segnale di minori problemi finanziari, ma può anche essere una conseguenza delle minori transazioni economiche alla luce di un calo generalizzato del volume d’affari.

Del resto l’impressione è che i protesti si siano ridotti perché sono diminuiti gli scambi. Negli ultimi anni sono calati sensibilmente gli assegni, mentre la discesa delle cambiali è meno netta: questo perché in situazioni di difficoltà le banche faticano a emettere i blocchetti degli assegni.

I numeri scendono, quindi, ma la diminuzione della media di ogni singolo documento testimonia la maggiore mancanza di liquidità da parte di aziende o privati, costretti a finire dietro la lavagna dei cattivi pagatori a volte anche per importi modesti.

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