Parigi – Il capitale del XXI secolo, il best seller mondiale dell’economista francese Thomas Piketty, arriva sugli schermi. Sette anni dopo la pubblicazione del libro tradotto in 40 lingue e venduto a 2,5 milioni di copie, Piketty ha deciso di tradurre in immagini le sue tesi sulle necessarie trasformazioni del sistema economico globale. Assistito dal neo zelandese Justin Pimberton, specialista in documentari, l’economista ha tentato di avvicinare il grande pubblico al suo “credo” , una scommessa che molti avrebbero trovata temeraria e che invece, stando a La Croix è pienamente riuscita.
La pellicola, riprendendo le tesi del libro, si espande su 200 anni di storia e racconta, attraverso il prisma della spartizione del capitale, l’evoluzione sociale ed economica fino ai nostri giorni. Tra immagini e interviste il film, senza annoiare, invita a riflettere sul nostro passato e il nostro futuro. La cinepresa correda, sempre a proposito, il messaggio di Piketty portandoci dalle città cinesi e americane, dalla campagna inglese ai cieli di Parigi.
Premi Nobel dell’economia come Joseph Stiglitz, Piketty stesso e l’economista Gabriel Zucman intervengono via via per spiegare o commentare l’evolversi della situazione senza appesantirsi con cifre e grafici. Con questo documentario Piketty si sofferma soprattutto sulle ineguaglianze generate dalla ripartizione delle ricchezze che attraversano la nostra storia. Anzi, a suo avviso, con la deregulation degli anni ’80, le ineguaglianze si sono addirittura aggravate portando all’impoverimento delle classi medie che invece negli anni precedenti , grazie alle politiche redistributive, avevano conosciuto un periodo di forte espansione.
Come già nel libro le cui tesi sono state spesso contestate, Piketty perora per una tassa sul capitale per favorire la ridistribuzione delle ricchezze. Nel film comunque si ritrova, scrive La Croix, ‘il talento di narratore di Thomas Piketty che è alla base del successo dei suoi libri”.
L’economista francese aveva nei giorni scorsi sostenuto che per rilanciare l’economia messa a mal partito dal Covid 19 era necessario “creare una nuova patrimoniale”. A suo avviso una nuova ISF (imposta sul patrimonio) farebbe entrare nelle casse dello stato una decina di miliardi di euro da investire nella sanità, innovazione e ambiente. Il rilancio, ha detto, passerà attraverso un forte impegno pubblico e dell’Europa. Nel suo ultimo libro Capital et idéologie , uscito l’anno scorso Piketty spiegava come tutte le ideologie hanno via via giustificato nel corso della storia le ineguaglianze, convinto però i regimi all’insegna delle diseguaglianze in cui viviamo non sono irreversibili e che basterebbe riprendere la costruzione di una società più giusta uscendo dalla “sacralizzazione quasi religiosa della proprietà”.
Foto: Thomas Piketty