Eppure noi che lo abbiamo vissuto nei suoi anni migliori, ce lo ricordiamo con piacere il Forte Belvedere, con la palazzina e il parco quali superbi palcoscenici di mostre memorabili, e al contempo come luogo ameno che dava a noi fiorentini e ai selezionati visitatori, libertà di godere un panorama da batticuore. Poi è arrivata più d’una amministrazione distratta e disamorata che ha lasciato che il luogo si degradasse, fruito da un popolo della movida sempre più cialtrone, e diventasse pericoloso al punto di causare la morte di due giovani persone. Ma ora il Forte è messo a norma e agibile, e da domani si cambia – o più realisticamente, da dopo domani – ha assicurato l’assessore alla cultura e alla contemporaneità, Giuliano da Empoli, referente del sindaco all’incontro avvenuto ieri sera a Villa Bardini in occasione delle 100 assemblee cittadine. Questi i programmi che potrebbero diventare realtà. Sarà una sorta di “Ministero degli Esteri”, un luogo di ospitalità di due tipi, ha spiegato da Empoli: uno, per accogliere qualificati Think Tank come la D. School, o Scuola di design, della Stanford Univerity, oppure i ricercatori della New York University, piuttosto che il Laboratoire di Parigi, o un rinomato collettivo di Dehli. Insomma, si cercherà di attirare il meglio della ricerca interdisciplinre sul tema della città, per fare della fortezza in collina “un grande centro per lo studio e la diffusione della cultura urbana”. Altro filone, quello dei Florence Fellows, il che tradotto significa che al Forte potranno lavorare scienziati, scrittori e artisti, che alla nostra città hanno attinto per studire e creare. L’esempio portato dall’assessore di artista il cui lavoro si è direttamente ispirato a Firenze, è Urs Fischer, il quale espone attualmente alla Biennale veneziana il mirabile gruppo del Ratto delle Sabine in cera, in fase di lenta liquefazione, copia di quello nella Loggia dei Lanzi. Un progetto in progress, uno stato dell’arte che ancora si deve assestare. Riassumendo: incontri, mostre, un’area di socialità, quindi un ristorante di livello, e infine un parco della contemporaneità. Opere date in commodato si installeranno nel Forte, a rotazione, e se per ipotesi, si troveranno i fondi, avremo anche noi la nostra Serpentine Gallery, con un nuovo padiglione ogni anno. Siccome parte anche il programma di celebrazioni di Amerigo Vespucci, che avrà il suo culmine a giugno 2012, ecco che tutto si tiene, così si sogna. L’altro inquilino del Forte è la Biblioteca Nazionale che vedrà molto accresciuta l’emeroteca, grazie alla donazione generosa della Presidenza del Consiglio (sic). Sempre a giugno sarà dissequestrata anche l’importante donazione di Alberto Della Ragione, pregevoli dipinti e sculture che andranno finalmente alle Leopoldine, futuro museo del Novecento. Soltanto attività diurne, però al Forte, che la notte resterà chiuso e vuoto, là sopra la città, sotto le stelle.