Ha scelto la strada della diplomazia Cesare Prandelli

Dunque a Lubiana, dove stasera gli azzurri affronteranno la Slovenia nella partita valida per le qualificazioni agli Europei del 2012, l’Italia farà a meno di Mario Balotelli e Daniele De Rossi. Il codice etico per il CT azzurro viene prima di qualunque altra cosa, dunque, come qualche mese fa Antonio Cassano rimase a guardare il gruppo da casa dopo la sfuriata contro il suo allora presidente alla Sampdoria Riccardo Garrone, in Slovenia non ci sarà posto per l’attaccante del Manchester City, lottatore di arti marziali per una notte in Europa League (calcione a Popov della Dinamo Kiev) ed il vicecapitano della Roma, a sua volta pugile in Champions League (pugno a Srna dello Shaktar Donetsk). Scelte che pagheranno? Lo sperano tutti. Per il bene della Nazionale e del calcio italiano in generale. Ma scelte rischiose, perché se è vero che lì davanti Pazzini sembra in grande spolvero e Giuseppe Rossi regala partita dopo partita in Spagna nuove certezze (mentre Cassano in rossonero stenta ad ingranare), è altresì vero che il centrocampo azzurro ha bisogno di luce: Pirlo, assente per infortunio, manca come l’aria; Thiago Motta deve ancora integrarsi al meglio con l’ambiente dopo l’acquisizione del passaporto, mentre Montolivo, da anni promessa in attesa di mantenimento, si sta sempre fermando al gradino prima del salto di qualità. Ecco quindi che l’assenza di De Rossi potrebbe pesare. Ma è anche vero che il calcio italiano, più che di luce nel centrocampo della Nazionale, ha bisogno di riacquisire quella credibilità che lo aveva portato a dominare negli anni ’80 e ’90 le principali competizioni internazionali. Dunque diamo a Cesare quel che è di Cesare; è ancora presto per nominarlo Imperatore, ma almeno fidiamoci di lui.

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