Grandi opereLa Cispadana come la Tav in val di Susa? Non ancora, ma…

Si allarga il fronte del no. Raccolte 7mila firme contro l’opera, costituito un comitato: “Fermeremo le ruspe”

La Cispadana come la Tav in val di Susa? Non ancora, ma...Da queste parti il “bognone” non è ancora scoppiato, ma dalle parti di Ferrara e Modena la protesta sta montando. Si sta allargando il fronte del no alla Cispadana, l’autostrada regionale che collegherà il casello di Reggiolo-Rolo, sul Brennero, alla A 13 Bologna-Padova all’altezza di Ferrara. Sono già settemila le firme raccolte dai comitati contro l’infrastruttura e nei giorni scorsi è stato fondato un coordinamento del quale fanno parte, oltre a 14 gruppi delle tre province interessate e associazioni locali, Legambiente, Wwf, Idv, Rifondazione e Movimento 5 Stelle. Anche Beppe Grillo nel suo blog si è occupato dell’argomento, definendo la Cispadana “un reticolo di strade e cemento”.

Nella Bassa reggiana per il momento la protesta non è dilagata anche se non mancano reggiani nei comitati. Per il momento, appunto. Perché il clima che respira tra Modena e Ferrara non è dei migliori. Tra l’altro è previsto anche il prolungamento dell’arteria per collegare Parma, dunque diversi comuni della provincia di Reggio sarebbero interessata da un ampio tratto. Nel mirino non ci sono solo i costi: la previsione di spesa tocca quota 1170 milioni di euro, 180 dei quali arriveranno direttamente dalla Regione Emilia-Romagna, ma soprattutto l’impatto ambientale.

I comitati sostengono che si tratta di un’opera inutile, anacronistica, che taglierà in due la bassa emiliana. Un’opera che produrrà inquinamento e rumore, che sfiorerà centri abitati. Dall’altra parte della barricata le istituzioni e il mondo economico che vedono nel nuovo asse viario un’opportunità per lo sviluppo da non perdere, oltre che un’infrastruttura necessaria per alleggerire il traffico sull’Autostrada del Sole. Della Cispadana si è cominciato a parlare nel 1986. Dopo 25 anni di dibattiti, l’iter si avvia verso la fase conclusiva ma ora le proteste potrebbero cresce fino ad assumere dimensioni impreviste (quello che è accaduto con la Tav in Val di Susa dovrebbe avere insegnato qualcosa). Proteste con le quali gli amministratori dovranno fare i conti. E non è detto che sia una partita facile, viste la minaccia dei comitati: “Fermeremo le ruspe”

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