Fondazione Caponnetto, in un documento le proposte per la sicurezza urbana

L’atto prodotto dal gruppo Calleri, Sbenaglia e Scalia

Firenze – Un contributo “a tutte le forze politiche sociali positive esistenti nella nostra città e soprattutto un atto di amore nei confronti di Firenze a favore dei cittadini”. E’ questo il senso del documento che è stato illustrato dalla Fondazione Caponnetto oggi, giovedì 4 gennaio, ai cittadini, alla politica e alla stampa in un incontro che si è tenuto nella Sala Capitolare di Santo Spirito.

La proposta è stata illustrata dai componenti del gruppo che si è costituito in occasione della iniziativa della Fondazione Caponnetto che il 6 dicembre ha commemorato la scomparsa del giudice Antonino Caponnetto, ovvero il presidente della Fondazione Salvatore Calleri, l’ex dirigente della Polizia di Stato di Firenze Roberto Sbenaglia e il consigliere della Fondazione, Renato Scalia, con un passato di ispettore della DIA.

Il titolo, “Firenze non deve morire di criminalità” la dice lunga circa l’impegno che la Fondazione offre alla città e alla politica, mettendo insieme , dopo un’analisi approfondita, una serie di punti che danno una visione concreta di ciò che si può e si deve fare per invertire una tendenza che, dice Scalia, “se non interrotta rischia di portare Firenze al livello di invivibilità di molte delle più importanti città italiane”.

Intervenire subito dunque, come sottolineano sia Calleri che Sbenaglia, è una necessità impellente e non più rinviabile, anche per mettere in atto quelle azioni preventive che sole possono creare un argine per il dilagarsi della cosiddetta “criminalità di strada”. All’incontro presente anche il padrone di casa Padre Giuseppe Pagano, che si è distinto nei mesi scorsi per la sua battaglia contro l’Rsa “di lusso” che si vorrebbe costruire in Santo Spirito, ma che ha anche portato testimonianza di un’aggressione subita in piazza pochi giorni addietro, episodio impossibile solo qualche tempo fa. Fra il pubblico, il deputato 5S Andrea Quartini, il consigliere comunale 5S Lorenzo Masi, l’ex assessora all’urbanistica Cecilia Del Re, fuoriuscita da poche settimane dal Pd e leader della nuova lista civica, e Dmitrij Palagi, consigliere comunale della lista di sinistra Spc, che molte voci darebbero come prossimo candidato sindaco della Sinistra alle amministrative incombenti. Fra il pubblico anche esponenti di FdI fra cui Edoardo Burelli, del Pd, di Italia Viva, oltre a Giovanni Fittante, leader di lista civica e Marco Landi, consigliere regionale della Lega.

Circa i punti illustrati in mattinata, il presidente Calleri ha voluto sottolineare che si tratta di interventi mirati, utili per un approccio moderno in materia di sicurezza urbana. In sintesi, le proposte riguardano la cosiddetta “intelligence di marciapiede”. il ritorno al patto per Firenze sicura del 2018, l’applicazione puntuale dei poteri del sindaco in materia di sicurezza, una serie di comportamenti e atti concreti alla portata di tutti i cittadini, l’impatto decisivo sui micro-cosmi (o “bolle criminali”), che si traducono in veri e propri sistemi criminali, che vanno eliminati o perlomeno ridotti.

Entrando nel merito e punto per punto, l’intelligence da marciapiede che secondo gli estensori del documento deve essere creata e incentivata a livello istituzionale, si basa su una rete di contatti e sull’osservazione fisica della città (con lunghe passeggiate) in luoghi e orari diversi. Per fare questo, suggeriscono gli estensori del documento, è necessario: coinvolgere le organizzazioni di categoria; dare rilievo ai comitati facendo da interfaccia e rafforzando la rete; svolgere controlli mirati a tappeto; implementare il ruolo delle associazioni di polizia in congedo.

Altro capitolo, il Patto per Firenze Sicura 2018, nel senso di “riattivare il protocollo del 2018 tra prefettura, ministero dell’interno e sindaco”. Il Patto nei punti salienti prevedeva infatti operazioni congiunte tra Prefettura e Comune di Firenze, al fine di dare corso “ad azioni sinergiche e progetti specifici in materia di sicurezza integrata, con particolare riguardo alla sicurezza urbana, in aree ritenute critiche per la sicurezza, la vivibilità e la coesione sociale, individuando e condividendo obiettivi, tempi di attuazione, risorse e priorità anche nel rispetto delle previsioni di cui alle Linee d’indirizzo in materia”; l’utilizzo della “Cabina di regia” costituita presso la Prefettura ai sensi del successivo art. 3,” ai fini dell’analisi e dell’approfondimento delle iniziative in tema di sicurezza urbana, anche a supporto del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica (C.P.O.S.P.); l’attivazione di percorsi di ascolto e confronto con i cittadini, le rappresentanze del tessuto sociale ed economico e dei vari quartieri della città; la predisposizione di “modelli unici per la sicurezza degli eventi pubblici – nelle principali piazze della città – al fine di standardizzarne i progetti e fornire univoci strumenti operativi ai promotori delle iniziative”.

Uno degli snodi della proposta è la Cabina di regia, nominata dal Prefetto e coordinata da un suo delegato, composta dai rappresentanti delle Forze di polizia, dal Comandante della Polizia locale di Firenze e da eventuali referenti espressamente indicati dal Sindaco; sono previste riunioni periodiche in Prefettura. Quanto all’attività che svolge, sarebbe un mezzo per individuare le emergenze, le istanze del territorio e le priorità degli interventi in materia di sicurezza urbana; si occupa dell’aggiornamento delle aree di criticità, anche in base a segnalazioni ed esposti di istituzioni o cittadini; ottimizza il flusso informativo tra la Polizia locale e le Forze di polizia; analizza, anche sulla base dei dati messi a disposizione dalle Forze di polizia e dalla Polizia locale, l’andamento dei reati e delle illegalità nell’area fiorentina e le strategie più idonee per la prevenzione e il contrasto degli stessi; istruisce le tematiche inerenti l’attuazione del Patto da sottoporre all’esame del C.P.O.S.P.; prende in esame i modelli operativi di sicurezza per gli eventi pubblici che si tengono nelle principali piazze cittadine, per il successivo esame in sede di C.P.O.S.P. Alle riunioni della Cabina di regia potranno essere chiamati a partecipare, in caso di necessità, rappresentanti di altri enti o istituzioni.

Fra gli atti concreti, particolare rilevanza assume il contrasto, riduzione eliminazione delle “bolle “, ovvero quei microcosmi criminali in cui albergano e fioriscono le organizzazioni criminali. “Uno dei casi ormai più tristemente famosi – dice Calleri – è l’ex Astor, col rapimento e scomparsa di Kata”.

Il punto che si occupa dei poteri del sindaco rimette in giuoco le potestà del primo cittadino ricordando che, se in materia di sicurezza il potere normativo ed il controllo delle forze dell’ordine appartengono allo Stato, esistono tuttavia numerosi poteri che un sindaco può esercitare in virtù del nuovo art. 54 TU (Dl 18 agosto 2000, n. 267) sull’ordinamento degli enti locali, fra cui “l’ emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica; svolgimento delle funzioni affidategli dalla legge in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria; vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l’ordine pubblico, informandone  (preventivamente ) il prefetto”, oltre ad assicurare le cooperazione della polizia locale con le Forze di polizia statali, nell’ambito delle direttive di coordinamento impartite dal Ministro dell’interno – Autorità nazionale di pubblica sicurezza”. Tra le potestà del sindaco, anche quella dell’adozione di provvedimenti per prevenire e eliminare “gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”, provvedimenti che devono venire presentati preventivamente al prefetto “anche ai fini della predisposizione degli strumenti necessari alla loro attuazione”. L’elenco non è esaustivo, ma mette in luce la possibilità d’intervento “allargata” del primo cittadino rispetto al passato.
Il tutto è inserito (ai sensi della l. 121/81) sotto il coordinamento operativo del Questore.

Sono molte le cose che possono essere messe a terra “da domani”, come dice Calleri, a partire dal rafforzamento della Polizia municipale, alla creazione di squadre miste Guardia di Finanza – Polizia municipale per controlli a tappeto negli esercizi commerciali in funzione antiriciclaggio, al monitoraggio e repressione dei fuochi d’artificio e bombe carta non autorizzate. Quanto a quest’ultimo punto, è necessario non sottovalutare il problema, dal momento che, spiega il presidente della Fondazione, “Firenze è diventata una città in cui si rilevano 100 botti derivanti da fuochi d’artificio l’anno sparati fuori dalle occasioni ufficiali. Si tratta di un’attitudine criminale”. Sul significato dei botti si dilunga Scalia, spiegando che si tratta spesso di segnali fra malavitosi di camorra o ‘ndrangheta, per annunciare varie notizie, dalla morte di un capo clan all’arrivo di una partita di droga attesa, ad altro.

Fra i punti salienti del documento, anche la tematica dei cosiddetti micro-cosmi criminali o bolle criminali, oggetto di un contributo del presidente Calleri anche su queste pagine. Se Firenze oggi è alla ribalta nazionale per il caso ex Astor, dice Calleri, questo caso è la dimostrazione dell’esistenza di questi microcosmi criminali in cui i più deboli, diventano ostaggi e vittime di situazioni pochi anni fa impensabili, come l’infiltrazione e il consolidamento di realtà criminali molto forti e dedite alla cura dei propri affari. “L’esistenza di questi microcosmi è necessaria al modello malato di sviluppo che si è scelto per Firenze e per le altre città d’arte italiane, città destinate ai ricchi, per ricchi, anzi ricchissimi, città carissime, terre di riciclaggio , modello che per funzionare abbisogna di manodopera a basso costo, lavoratori che non possono pagare affitti o comprarsi casa”. Un modello che lascia le piazze, le strade, i quartieri sguarniti da quei residenti e da quella vita quotidiana che è la barriera più forte e il presidio più efficace contro la criminalità di strada e i suoi pericolosi sviluppi.

Total
0
Condivisioni
Prec.
Un Capodanno memorabile. Per il danno inferto alla città

Un Capodanno memorabile. Per il danno inferto alla città

Boomerang d'immagine per Reggio Emilia dopo il Veglione con devastazione

Succ.
Memoria: i quattro lager nazisti dimenticati

Memoria: i quattro lager nazisti dimenticati

Prigionieri schiavizzati nella più settentrionale delle isole anglo-normanne

You May Also Like
Total
0
Condividi