Parigi – Le prodezze delle nuove tecnologie non smettono di stupirci: secondo le ultime attese staremmo facendo grandi passi avanti per tastare dallo spazio il polso della nostra salute grazie ai 2.787 satelliti che ci scrutano dal cielo. Predire un’epidemia di colera osservando il colore dell’oceano, stanare gli animali portatori di virus o monitorare la qualità dell’aria grazie alla rete di satelliti che circonda il nostro pianeta fanno già parte del possibile mentre fare la mappa delle zone più a rischio di tumori basandosi sulle acque delle piscine sarebbe in via di realizzazione, come scrive il quotidiano francese Le Figaro.
Il via alla ricerca sui possibili sbocchi epidemiologici delle immagini satellitarie risale agli anni ’70 quando gli americani iniziarono a produrre carte che segnalavano le zone favorevoli allo sviluppo della zanzare.
Da allora, grazie anche ai progressi tecnologici e al moltiplicarsi dei satelliti, sono disponibili, grazie al centro di ricerche francese CNES carte che predicono la densità delle zanzare servendosi di dati come le informazioni metereologiche (temperatura e piogge) e l’occupazione del suolo.
Le ricerche però, scrive il giornale, non si limitano alle sole conseguenze per la salute legate all’aria o all’acqua. Con studi ad esempio che avrebbero stabilito nella Guadalupa un legame tra qualità dell’aria e nascite premature. La tele-epidemologia ha ora anche l’ambizione i dare il suo contributo alla lotta contro il cancro. Grazie ai dati satellitari sarebbero emersi legami tra illuminazione notturna e aumento del rischio di alcuni tumori, tra obesità e tipo di ambiente urbano.
Alla fine del 2020 ricercatori dell’Università di Stanford e dell’ospedale parigino Georges Pompidou hanno poi rivelato sulla rivista Cancers di aver arricchito con programmi di Intelligenza artificiale le immagini satellitarie in modo di associare le immagini di Google Map di sette grandi metropoli Usa a una rete neuronale con l’obiettivo, quello di trovare le zone a maggior presenza di tumori basandosi solo sulle immagini satellitarie.
I risultati, secondo Le Figaro, non avrebbero deluso con l’AI che avrebbe rilevato fino al 64% le variazioni tra le varie zone geografiche. Insomma dal cielo ci si attende ora che i satelliti ci trasmettano anche informazioni utili per la salute contribuendo così a migliorarla, un obiettivo che in questi duri tempi di Covid sembra più che auspicabile.