
I clap clap non mancano mai a Villalunga anzi. L’osanna per il nuovo segretario, sia stato egli Renzi, sia oggi Elly Schlein è pressoché assicurato. Eppure la tappa villalunghiana, là nella sperduta campagna nel cuore o quasi dell’area ceramica, a volte può riservare dei trappoloni. Perché se è vero che a parole, parafrasando Croce, “non possiamo non dirci schleiniani”, è altresì vero che da quelle parti allignano alti esponenti del neo-correntone bonacciniano (ove primeggiano cattolici ed ex renziani), sorto recentemente e Cesena per “monitorare” la situazione interna al partito, realmente però quale atto di nascita di un movimento chiaramente in dissenso con la linea (quale poi?) della nuova segreteria. Un’area politico-culturale dal nome galvanizzante, “Energia Popolare”, in cui sono confluiti anche gli ex renziani di “Base Riformista”.
Di più. Mentre Elly a livello nazionale agisce d’amore e d’accordo coi grillini di Conte, a tal punto che non pare manco esserci differenza tra i due partiti, a Reggio in vista delle imminenti amministrative, un accordo coi pentastellati o altre formazioni di sinistra radicale, è pressoché impossibile. In primis perché l’attuale maggioranza di sala Tricolore litiga spesso e volentieri con gli ex aficionados di Grillo, in secundis perché a Reggio il Pd ha praticamente già in tasca un accordo col calendiano Claudio Guidetti, pure lui ex renziano, oltre che ex berlusconiano. Quegli stessi calendiani che sono agli antipodi di Fratoianni e dei 5stelle.
E così Elly Schlein, graditissima a D’Alema e Bersani, sconfitta nettamente alle primarie tra gli iscritti, voto ribaltato nei gazebo ove ci han dato di crocetta molti militanti di estrema sinistra esterni ed estranei al Pd, col suo partito che resta sul filo del 20% nonostante le prime evidenti difficoltà del Governo, si appresta al “bagno di folla” casalgrandese. Un rito battesimale forse, un esorcismo per scongiurare l’epilogo dei suoi predecessori sul palco di quella kermesse, più probabilmente.