Firenze – Come lettura di vacanza sono passato dai gialli ai programmi elettorali partendo da quello del Movimento 5 Stelle.
Movimento 5 Stelle
Quello del Movimento 5 Stelle si presenta essenziale, per punti, con un tono forse stile marketing, che riesce un po’ ingarbugliato (slogan driver è l’endiadi “cuore e coraggio”) ed essendo impostato sullo schema “dalla parte di….” per un verso scivola nell’opposizione tra cittadini (dalla parte dei …) e Stato, oppure si perde in un “dalla parte di tutti” per dire non lasceremo indietro nessuno (l’idea un po’ massimal-moralista è quella – in parte vera- che i diritti se non sono di tutti sono privilegi).
Ma se dalle forme si va alla sostanza si trova poco oltre i richiami di temi già cari al Movimento e qualche aggiornamento, non senza qualche riforma istituzionale (una Procura nazionale di tutela giudiziaria del lavoro; generale limite a due mandati; una legislazione statuto dei lavori di ogni tipo o proposte di speciali regimi (previdenza per i giovani; pensioni anticipate per madri lavoratrici) (per 13 pagine). Ma vengono dati solo dei titoletti, alcuni brevemente sottotitolati, molti appena enunciati; come se fosse mancato il tempo di formare il programma a Conte, che aspetta i nuovi candidati e che – un po’ sorprendentemente – viene ripetutamente indicato come “Capo della forza politica”. Aggiungo per mestiere che anche qui come nel precedente tra i temi bucati è notevole l’assenza del governo del territorio, salvo (che è altra cosa) accenni ai programmi di edilizia sociale.
Alleanza Verdi -Sinistra Italiana
In una quarantina di pagine il programma espone i valori, le opposizioni e le adesioni che l’alleanza intende praticare in 17 ambiti, partendo – così si intuisce – dal presupposto che non mira al governo e dunque si impegna a promuovere dei valori e degli obiettivi in quel ruolo che risulterà dal voto (magari non solo di voce in aula). Del resto un altro presupposto – meno apparente ma dichiarato in alcuni punti – è che le azioni nascono e prendono forza nei movimenti sul territorio e l’Alleanza si propone di portarle in parlamento. Con questa impostazione il programma si sviluppa con gran libertà da vincoli di fattibilità e punta a rappresentare il dover essere, senza timore di usare per metodo il discorso utopico.
Ma l’esposizione è piana e non evita l’analisi seppur sommaria della situazione attuale italiana, secondo uno schema semplice: per ogni tema vengono indicati gli aspetti critici ed enunciati valori e obiettivi (mezza pagina) e poi segue un elenco di azioni da fare e leggi da proporre. Tale essendo l’impostazione, sebbene queste non siano analisi e valutazioni di merito, qualche osservazione si può fare per indicare i modi delle azioni che il programma propone.
Temi dominanti, sin dal suggestivo inizio (il sole massimo reattore nucleare) sono l’energia e l’ambiente, che informano settorialmente anche molti altri (es. la riforma amministrativa e i beni comuni); oppure dalla lotta alla desertificazione e dalle azioni per la riforestazione si passa anche alla disciplina delle filiere dei prodotti. A questo livello di immaginazione e proposta l’enunciazione degli obiettivi risulta variabile (forse a secondo dei temi già seguiti in passato) o talvolta catturata da temi specifici che forse mirano a segmenti di elettorato (la sezione ‘Italia che ama’ finisce per costringere assieme politiche lgbtqia e per i disabili), ma può trattarsi di problemi redazionali (a un certo punto nella sezione Italia per la pace compare addirittura la parola “il creato” – riferendosi al rapporto tra umanità e mondo ambiente).
1° Puntata