Edilizia popolare e politiche abitative, Toscana verso la riforma

Firenze – Molto già bolliva in pentola, ma l’occasione ufficiale è stata la terza Conferenza regionale sulla condizione abitativa  tenutasi ieri all’Istituto degli Innocenti a Firenze: la riforma delle modalità di gestione e decisione delle politiche abitative toscane è alle porte. Lo spiega l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, che dà conto dei pilastri del nuovo percorso: investimenti per 100 milioni di euro, un testo unico che accorpa tutta la normativa e  la riforma della governance.

Le criticità emerse a febbraio in occasione della scorsa conferenza sono dunque diventate occasioni per mettere in campo nuovi strumenti di soluzione, spiega Ceccarelli. E non si poteva non partire dalle risorse:  “Per gli investimenti nell’edilizia popolare stiamo chiudendo un mutuo da 100 milioni con la BEI (Banca Europea per gli Investimenti), così da realizzare quei progetti ancora da completare o programmati per i prossimi tre anni. Contestualmente abbiamo avviato la revisione della normativa di settore, con l’obiettivo di creare un testo unico sulla casa. E’ importante semplificare il quadro normativo, eliminare le contraddizioni, adeguarsi alla realtà dando strumenti efficaci ai Comuni per gestire le varie emergenze sul territorio. Infine abbiamo le idee chiare sulla necessità di una profonda riforma della governance del settore, perché 11 gestori sono troppi e c’è bisogno di recuperare risorse per fornire risposte tempestive ai cittadini”. Il mutuo da 100 milioni sarà acceso da Casa SpA Firenze, individuata dagli stessi gestori come capofila. Gli oneri saranno a carico della Regione, in modo da dare risposta alle esigenze abitative in modo sostenibile anche per il bilancio regionale. 

Per quanto riguarda la bozza del Testo Unico normativo in materia di edilizia residenziale pubblica, è pronta per essere avviata al processo che porterà all’approvazione in Giunta e alla successiva trasmissione al Consiglio Regionale il prima possibile. 

“La crisi economica – prosegue Ceccarelli – ha completamente cambiato il quadro sociale degli anni ’90 e 2000. Il numero di famiglie in difficoltà è cresciuto in maniera significativa e al tempo stesso le risorse pubbliche a disposizione si sono drasticamente ridotte. Per affrontare l’emergenza abitativa servono oggi interventi strutturali, che permettano di rivedere e riprogrammare le politiche di intervento a tutti i livelli. E servono controlli maggiori e più stringenti, per coniugare diritti e legalità, per colpire chi gode di privilegi senza avere i dovuti requisiti”. 

Infine, la governance del sistema: “Sarà la discussione in Consiglio Regionale a definire quanti saranno i nuovi soggetti gestori – ha precisato l’assessore – quello che è sicuro è che non possiamo rimanere come siamo e che serve recuperare efficienza attraverso l’accorpamento in soggetti più ampi. Questo perché, ad esempio, i numeri ci dimostrano che in un periodo di contrazione di risorse pubbliche la consistenza del patrimonio immobiliare gestito è determinante per limitare i costi di gestione. Noi stimiamo a regime di recuperare circa 5 milioni di euro all’anno, risorse da rimettere subito in circolo per il ripristino degli alloggi esistenti o per la costruzione di nuovi”. 

Infine l’assessore ha ricordato le azioni della Regione volte a contrastare l’emergenza abitativa:  47,5 milioni di euro destinati all’edilizia residenziale pubblica, tra interventi tradizionali (33 milioni) e misure sperimentali come il co-housing, l’autocostruzione, la realizzazione di strutture di alloggio temporanee (14,5 milioni); il Fondo sociale per l’affitto (5 milioni nel 2016), che viene incontro a quella ‘fascia grigia’ di famiglie in difficoltà nel pagamento dei canoni di locazione sul mercato privato (le risorse destinate a questo fondo sono più che raddoppiata nel 2016 rispetto al 2015 per limitare i disagi ai cittadini derivati dall’azzeramento del contributo statale per gli affitti);  il Fondo per la morosità incolpevole (circa 7 milioni nel 2016), in favore delle famiglie sotto sfratto  perché non in grado di pagare l’affitto a causa della perdita del lavoro, della drastica riduzione dell’orario o di altri eventi traumatici (es. malattia improvvisa); i contributi per l’autonomia abitativa dei giovani, attraverso il programma GiovaniSì (circa 5.000 giovani sono andati ad abitare da soli tra il 2011 e il 2015). 

Infine, la consistenza del patrimonio Erp: quasi 50mila alloggi,  nel 2015 sono stati 1300 gli appartamenti  consegnati alle famiglie aventi diritto sulla base delle graduatorie comunali. Altri 1000 sono attualmente in costruzione ed almeno la metà di essi saranno consegnati entro la fine del 2016. Numeri rilevanti, ma ancora non sufficienti dato che le domande di alloggio ammesse ma in attesa di assegnazione sono circa 26.000 in tutta la Toscana. In attesa di nuove risorse derivanti dal Piano casa del Governo o dal mutuo con la BEI gestito con Casa spa, la Giunta regionale toscana ha autorizzato (DGR 667/2016 e DGR 690/2016) i gestori ad attingere a risorse derivate da precedenti vendite per far partire la realizzazione di parte dei progetti previsti in località Sant’Ermete a Pisa e nel quartiere Garibaldi a Livorno, due realtà dove l’emergenza è particolarmente sentita. 

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