Diritto alla residenza, la Suprema Corte: “Decreti Sicurezza incostituzionali”

Firenze – Una nota stampa della Corte Costituzionale mette un punto, l’ennesimo, alla questione del diritto alla residenza. La nota infatti afferma l’incostituzionalità dei Decreti Sicurezza, nella parte in cui vietano alle persone richiedenti asilo l’iscrizione all’anagrafe.

La Corte definisce il punto contestato “irrazionale e irragionevole”. Sulla vicenda intervengono i consiglieri comunali di Spc Dmitrij Palagi e Antonella Bundu: “Inefficace e lesiva della dignità umana, aggiungiamo noi. Perché nell’ordinamento della Repubblica Italiana la residenza è un diritto perfetto. L’iscrizione ai registri anagrafici è il primo, imprescindibile passo, per legarsi alla comunità in cui si vive, per essere riconosciuti dallo Stato, sia per quanto riguarda i diritti che per quanto riguarda i doveri. È un prendere atto dell’esistenza di un essere umano che c’è.

In questi anni la legislazione nazionale, anche sotto i governi di centrosinistra, è stata particolarmente restrittiva sul fronte delle residenze. Lo stiamo denunciando da tempo, anche in continuità con l’impegno della sinistra di opposizione delle precedenti consiliature. Per questo siamo lieti che la Commissione 8, di cui ringraziamo la presidente, abbia accolto ieri, con parere favorevole, la risoluzioni con cui chiediamo ai Comuni della Città Metropolitana, di dotarsi di una via virtuale dove registrare le persone senza fissa dimora presenti nei relativi territori.

Firenze risulta infatti una delle pochissime realtà che adempie a tale obbligo. Questa situazione viene spesso addotta anche per giustificare le politiche rigide che mettono in difficoltà tante persone che richiedono la residenze, o a cui viene tolta. Su questo abbiamo ricevuto l’impegno della Commissione consiliare 1 ad approfondimenti tecnici che speriamo arrivino entro agosto. Il Consiglio comunale ha recentemente sostenuto la nostra richiesta di cancellare i decreti sicurezza. A breve speriamo che farà lo stesso per le vie virtuali in ogni Comune della provincia. Sono solo piccoli passi, ma vanno nella direzione giusta, su cui continueremo a impegnarci quotidianamente. La civiltà delle nostre società si misura dalla capacità di non cancellare l’esistenza delle persone e merita attenzione soprattutto nei periodi di crisi”.

Sulla questione si registra anche un intervento dei Cobas, che da anni si spendono sul diritto alla residenza: “Fra gli altri punti, riteniamo che sia meritevole di sottolineatura il fatto che la nota della Suprema Corte ne metta in luce la funzione di strumento fondamentale per l’esplicazione di un compito dello Stato, vale a dire il controllo del territorio dichiarato dal Decreto Sicurezza. Una sottolineatura importante, in quanto fa giustizia del famoso art. 5 della legge Lupi, che esclude gli abitanti presso le occupazioni dall’ottenimento della residenza. Un’esclusione che viene motivata in buona sostanza con argomentazioni di carattere legalitario e di sicurezza. Possiamo affermare che, secondo la Consulta, è proprio il contrario: è per assicurare legalità e controllo, che la residenza non può soffrire di limitazioni nessun genere, tanto più quando si tratta di casi come quello preso in considerazione dall’art. 5”.

Ecco il testo della nota diramata ieri, 9 luglio 2020, dall’ufficio stampa della Suprema Corte:

“DECRETO SICUREZZA: IRRAGIONEVOLE LA NORMA CHE PRECLUDE L’ISCRIZIONE ANAGRAFICA AI RICHIEDENTI ASILO 

La Corte costituzionale ha esaminato oggi le questioni di legittimità costituzionale sollevate dai Tribunali di Milano, Ancona e Salerno sulla disposizione che preclude l’iscrizione anagrafica degli stranieri richiedenti asilo, introdotta con il primo “Decreto sicurezza” (dl n. 113 del 2018). 

In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio stampa della Corte fa sapere che la disposizione censurata non è stata ritenuta dalla Corte in contrasto con l’articolo 77 della Costituzione sui requisiti di necessità e di urgenza dei decreti legge. Tuttavia, la Corte ne ha dichiarato l’incostituzionalità per violazione dell’articolo 3 della Costituzione sotto un duplice profilo: per irrazionalità intrinseca, poiché la norma censurata non agevola il perseguimento delle finalità di controllo del territorio dichiarate dal decreto sicurezza; per irragionevole disparità di trattamento, perché rende ingiustificatamente più difficile ai richiedenti asilo l’accesso ai servizi che siano anche ad essi garantiti”. 

Per approfondire:

https://www.stamptoscana.it/residenze-la-nota-del-ministero-del-lavoro-riapre-la-partita/

https://www.stamptoscana.it/residenza-modalita-complicate-tanti-cancellati/

https://www.stamptoscana.it/decreto-rilancio-reddito-demergenza-anche-alle-famiglie-senza-residenza/

 

 

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