Difesa D’Abramo: in Commissione il caso della coop che gestisce i profughi

Il “caso” della coop che gestisce i profughi in arrivo nella provincia reggiana, finisce in commissione consiliare. Il Presidente Luigi Codeluppi, davanti ai cittadini che assiepano la seduta, dice: “Non ci stiamo certo arricchendo”

“Non ci siamo aumentati gli stipendi, non ci stiamo arricchendo”. Luigi Codeluppi, presidente della Dimora D’Abramo, principale attore nell’accoglienza dei migranti, non ci sta alle accuse che piovono da tempo sulla cooperativa cattolica. “Siamo stati massacrati sulla questione del business”, dice. E in Municipio, dove si tiene la tanto attesa commissione sulla gestione a Reggio dei richiedenti asilo, Codeluppi rispedisce le accuse al mittente. Una sorta di “ruggito” d’orgoglio, quello della cooperativa: “Stiamo dando di più di quello richiesto dal bando”.

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La sala gruppi, dove si tiene la riunione, è gremita di cittadini: molti sono espressione dei comitati che hanno promosso la fiaccolata civica. Rumoreggiano quando ascoltano le parole del vicesindaco Matteo Sassi. «E’ la quarta volta – dice – che discutiamo di questo tema in commissione». Chiaro il concetto. «Chi gestisce il servizio non si è improvvisato», rimarca. Per poi lanciare qualche stoccata: «Non è vero che ci sono quartieri in cui i richiedenti asilo sono accolti in via esclusiva o sproporzionata». E infine: «La città ha fatto ampiamente la propria parte, ora la devono fare quei comuni che ancora non stanno facendo tutto quello che devono».

Anche se circola voce che una decina di migranti siano in arrivo in città, a Villa Bagno. Un numero che tuttavia, a quanto si apprende, non andrebbe a ritoccare la quota cittadina. Tante le domande poste dai consiglieri. Il dem Dario De Lucia – assente per lavoro –  ha fatto arrivare le sue alla presidente di commissione Emilia Davoli. Quesiti che tirano in ballo l’utile di 900 mila euro del 2015: “Derivano – risponde Codeluppi – da una buona gestione su cui noi insistiamo e serviranno a dare continuità e a migliorare il servizio di accoglienza che stiamo prestando”. Nel dettaglio, prosegue, “noi contrattiamo su ogni singolo acquisto e se ad esempio ci propongono un alloggio con un canone al di sopra del prezzo di mercato, non lo prendiamo in affitto perché  la nostra missione di coop sociale non è quella di fare speculazione”. E ancora: “Non eroghiamo soldi ai migranti per tenerli buoni, ma in modo progettuale coinvolgendoli in attività”.

Per il presidente inoltre, “se c’è un utile vuol dire che nessuno se lo è  intascato, non ci siamo aumentati gli stipendi e quei soldi ci hanno permesso quest’anno di garantire a 1.500 persone una sistemazione dignitosa, il cibo, e l’aiuto di operatori e professionisti psicologi per accompagnarli nel percorso di integrazione”. Poi la smentita secca sulle presunte operazioni immobiliari della coop: «Quasi tutti i nostri immobili sono in affitto. Quelli di proprietà, acquistati negli anni 90, sono due appartamenti a Reggio e la nostra sede, a parte un alloggio acquistato di recente a Scandiano».

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