Firenze – Il prefetto di Firenze Valerio Valenti, nel corso della presentazione del quinto rapporto sui fenomeni corruttivi e di criminalità organizzata in Toscana frutto del lavoro di ricerca della Normal di Pisa, lancia, in vista del Pnrr, il protocollo antimafia. Anzi, dice il prefetto, è necessario “riprendere in mano la bozza di protocollo antimafia. Ripartire con il lavoro già fatto finalizzandolo nel più breve tempo possibile. Ho fatto anche una riunione con i colleghi prefetti della toscana, una settimana fa, e da tutti ho raccolto una grande sensibilità verso questo tema”. L’invito è rivolto all’assessore Ciuffo e al governatore Giani. Il Protocollo antimafia è uno strumento che “ci consentirà di seguire in maniera molto più analitica e attenta gli interventi nei vari filoni del Pnrr, sia della Regione che degli enti locali, e di intervenire per tempo”. Inoltre, assicura, “non si tratta di un appesantimento burocratico: lo dico con grande chiarezza. La sicurezza e la legalità hanno un valore estremamente importante e, vista la fiducia che l’Europa ci ha affidato concedendoci importanti finanziamento e credito, credo che l’Italia tutto si possa permettere tranne che fallire nello spendere questi soldi in maniera non legale”.
Criminalità organizzata, il Prefetto Valenti rilancia il Protocollo antimafia
Il Pnrr è uno strumento a largo raggio di azione che, aggiunge il Prefetto, “investirà la Regione, i Comuni”. Motivo per cui “dobbiamo essere pronti ad applicare il nuovo istituto della prevenzione collaborativa. Cioè questa nuova e diversa forma d’intervento sulle dinamiche della prevenzione antimafia che consentirà di proseguire, laddove l’infiltrazione non è tale da dover suggerire un’estromissione totale dell’azienda chiamata a operare con la pubblica amministrazione, eliminando gli aspetti più critici e salvaguardando la finalità principale del Pnrr, che è quella della realizzazione degli interventi pianificati e programmati”.
Una tematica circa la quale “fin dall’inizio del mio mandato ho ritenuto di avviare un’interlocuzione privilegiata tra la Guardia di Finanza e il gruppo costituito dal Comune di Firenze per la direzione progettuale del Pnrr, così da favorire uno scambio informativo che è alla base delle attività che, non solo le fiamme gialle, ma il Gruppo investigativo antimafia sono chiamati a sviluppare e a riferire al prefetto ai fini dell’eventuali misure antimafia”. Stando al rapporto, conclude il prefetto, “in Toscana non si registra un radicamento di sodalizi mafiosi così come è già accaduto anche al di sopra della capitale: penso alle evidenze, anche giudiziarie, dell’Emilia, della Lombardia e del Veneto. Fortunatamente al momento viviamo una condizione diversa. Questo non vuol dire, però, che le attenzioni delle organizzazioni criminali non siano indirizzate e orientate a cogliere le opportunità che offre il territorio. Perché i territori ricchi, che godono di buona salute economica, sono appetibili e questo lo dimostrano le numerose operazioni che l’autorità giudiziaria, insieme alle forze di polizia, hanno condotto”.