Cresce il giornalismo “di soluzioni” contro l’ansia da notizia

Parigi – Grazie al coronavirus il giornalismo  detto “di soluzioni” sta conquistando spazi in una Francia che deve far fronte al secondo confinamento e ora anche a una nuova ondata di terrorismo.

Per evitare depressioni e salvaguardare la propria salute mentale sono sempre più numerosi infatti ad evitare la lettura dei giornali che quotidianamente riversano sulle loro pagine catastrofi, conflitti, previsioni nere sul futuro che ci aspetta senza preoccuparsi di abbozzare possibili soluzioni ai problemi che affliggono il pianeta o proporre iniziative costruttive.

Secondo alcuni studi la lettura delle notizie “tipiche” avrebbe un impatto negativo sull’umore sul 38% delle donne e sul 20% degli uomini. Non a caso dunque che  all’inizio della pandemia uno psichiatra canadese aveva consigliato  agli abitanti del Quebec un consumo moderato dei mezzi di informazione.

Obiettivo di questo giornalismo, detto anche di impatto o di risposta, non è quello di passare sotto silenzio quanto sta avvenendo nel mondo ma di equilibrare l’impatto delle cattive notizie affiancandole ad altre “costruttive” che apportano risposte concrete a problemi di ordine sociale, economico o ecologico Una linea che mira a dimostrare che il quadro non è tutto nero e che esistono iniziative che meritano di essere portate a conoscenza del pubblico e che  cambiare il mondo appartiene alla sfera del possibile.

Una linea che però, sottolineano,  non rima con quelle delle “belle storie”, o dello storie di successo che da sempre alimentano le pagine dei media e che mai dimentica il ruolo fondamentale  della stampa come guardiano della democrazie, l’indispensabile quarto potere che tiene a bada i poteri esecutivo, legislativo e giudiziario.

Il giornalismo di soluzioni  risponderebbe a un’attesa dei lettori che già secondo un’inchiesta effettuata per la BBC nel 2015 rivelava che il 64%  avrebbe gradito che i media proponessero piste di soluzioni alle problematiche dell’attualità. L’iniziativa, che si è sviluppata prima di tutto nei media anglosassoni,  si sta consolidando proprio mentre gli organi di informazione tradizionali sono in perdita di credibilità, soprattutto nei giovani.

Un sondaggio pubblicato da “La Croix” nel 2018 indicava che il 65% dei giovani non nutriva alcuna fiducia nei  media.  Ora secondo alcuni analisti il “giornalismo di soluzioni” potrebbe riconquistare lettori, palliando così al crescente disinteresse verso l’attualità, soprattutto sul fronte dei giovani. In Francia la linea del giornalismo di soluzione è  incoraggiata da Reporters  d’espoir e da Sparknews.  Nel mondo è difesa da Constructive News Institute e da Solution Journalism Network.

 

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