Firenze – Il covid corre ancora per le strade della città, ma Firenze non si arrende e come sottolinea il suo sindaco, accenderà le sue luci per Natale. “Firenze è una città che soffre ma non molla, che sente il peso forte della crisi economica ma non smette di avere fiducia nel futuro. Per questo accendere le luci è un segno di speranza e di gioia”.
Dario Nardella non rinuncia, nonostante le polemiche, a cercare di dare insieme un messaggio di prudenza e di speranza alla città stremata dalla pandemia. E che cerca di dare una mano agli ultimi, con i soldi che giungeranno dal decreto “ristori ter”, ripetendo l’eserienza della prima ondata. Circa 2 milioni di contributi di buoni spesa, con il bando già in via di predisposizione. E per quanto riguarda le polemiche sorte in seguito alle restrizioni, Nardella non demorde. “E’ stato scritto che voglio cancellare il rito italiano del caffè. Abbiamo 340 morti a Firenze e ci preoccupiamo del rito italiano del caffè. E poi che bisogna riaprire le funivie. Dunque nel nostro Paese il problema non è gestire le scuole ma riaprire le funivie. Se si tratta di allentare sulle restrizioni si cominci dalla scuola, poi viene tutto il resto. Non possiamo permetterci altra superficialità”.
Il tema principale è sempre quello: sacrifici ora per riuscire a lasciare la zona rossa alle spalle nel periodo natalizio. E se è possbile solo la vendita da asporto, allora bisogna evitare gli assembramenti, magari senza mascherina “per prendere il cornetto, il cappuccino o il caffè insieme ad altre persone. Non si può fare, è possibile solo la vendita da asporto che vuole dire prendere la roba e consumarla lontano. Se ci fosse buonsenso le persone non si accalcherebbero davanti ai bar, non ci ritroveremmo con 13mila casi a novembre. Se dobbiamo fare sacrifici li facciamo tutti. Non mi diverto a firmare ordinanze”.
Se i contagi sono leggermente in calo, tuttavia i numeri non sono così confortanti: 13mila casi a novembre (e resta una settimana alla fine del mese) contro i 9.000 di ottobre. I primi risultati tuttavi cominciano a emergere, sul fronte dei ricoveri la curva sta leggermente mutando. “Questo – prosegue – non significa che siamo usciti dall’emergenza vera e propria ma si comincia a vedere qualche timido dato positivo. Il virus circola ancora, l’Rt è però sceso poco sotto l’1,5 e Santa Maria Nuova e Torregalli sono in procinto di riaprire settori non Covid. La situazione però è sempre di grande preoccupazione ed attenzione”.
Ma a preoccupare di più Nardella sono comunque le feste natalizie, i ritrovi, gli assembramenti e il possibile rischio di una nuova ondata pandemica. “Non facciamo a Natale – sottolinea ancora – gli errori fatti questa estate: faremo meno feste e meno cenoni. Da questa tragedia che ci sta coinvolgendo tutti possiamo cogliere il senso vero del Natale e basta anche con le polemiche”.