Covid e musei: vuoi assistere all’esame della Gioconda? Paga 10mila euro

Parigi – Il Covid 19 ha colpito molto duramente anche i musei che privati per mesi di visitatori, stanno esplorando anche altre vie per far affluire nelle loro casse risorse finanziarie. Anche il Louvre, che pur può contare in generose sovvenzioni pubbliche, si è dato da fare con iniziative però che, come scrive Liberation, non sono piaciute a tutti perché quasi esclusivamente pensate per un’élite danarosa.

Per finanziare “progetti solidali” e in particolare  ateliers educativi, il grande museo parigino ha deciso di proporre all’asta esperienze “eccezionali” all’insegna del gran lusso. In partenariato con i grandi alberghi della capitale, con le case d’asta Christie’s e Drouot e con i suoi mecenati Dior e Cartier, offre così un’asta on line e battezzata Bid for the Louvre,  sia opere di artisti contemporanei come una tela di Pierre Soulanges del valore di un milione di euro, sia esperienze “uniche” come quella di assistere all’esame annuale della Gioconda sborsando 10mila euro. Per 5mila euro sarà invece possibile aggiudicarsi un tour sui tetti del palazzo del Louvre con l’artista J.R.

Tra i 24 lotti messi all’asta fino al 15 dicembre figurano anche un picnic preparato da uno chef stellato sull’arco di trionfo del Carrousel con vista sulla piramide voluta da Mitterrand che sovrasta l’ingresso del museo o una notte da almeno 500 euro al Meurice, uno storico cinque stelle con vista sulle Tuileries.

Per essere sicuri di raggiungere il pubblico internazionale facoltoso l’asta, scrive Liberation, si sta svolgendo in inglese e non in francese. Il museo non ha bisogno di questo tipo di operazioni perché già dispone di risorse molto elevate, sostiene Jean-Michel Tobelein che insegna nella prestigiosa Ecole du Louvre, convinto che si tratti di operazioni che mirano a “rendere monetizzabile il marchio Louvre presso mecenati e sponsor”, dando così “l’impressione di volersi collocare in un universo esclusivo”.

Per i promotori di Bid for the Louvre invece si tratta di un’operazione di beneficenza in quanto i proventi della vendita serviranno a finanziare progetti solidali  e educativi”, tra cui uno spazio di mille metri quadri  e destinato a sensibilizzare un pubblico poco familiare con i musei alla conoscenza delle opere e della loro conservazione.

A ispirare questa iniziativa sono stati i musei americani che contano essenzialmente sulla generosità dei privati per garantire la loro esistenza, hanno spiegato gli organizzatori ricordando però che a differenza delle istituzione d’oltre atlantico che possono anche vendere le loro opere, il patrimonio del Louvre è invece inalienabile.

Il Louvre sembra comunque assai ben dotato: le sue risorse provengono dai biglietti di ingresso, da un fondo di dotazione pubblica di 250 milioni, da fondi privati che sfiorano i 30 milioni e da contratti vari nonché introiti pubblicitari per 2,4 milioni. Nel 2023, ricorda il giornale, riceverà 70 milioni grazie al Louvre Abu Dhabi.  Certo l’epidemia ha fatto registrare perdite per 90 milioni di euro ma già lo stato gli ha attribuito un aiuto di 46 milioni nel quadro delle iniziative prese a favore della cultura.

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