Firenze – Compito insufficiente, rimandati a lunedì. E’ stata pressapoco questo, il risultato dell’ennesimo incontro che ha visto confrontarsi le Rsu del Comune di Firenze con l’amministrazione sul contratto integrativo dei dipendenti comunali, in particolare sulla questione delle indennità e del fondo accessorio. Senza dimenticare il contenzioso ancora in piedi delle lettere di messa in mora ricevute dai dipendenti stessi.
Un gran pasticcio, che è ancora non ben definito, visto che i lavoratori stanno attendendo il pronunciamento, previsto per il 19 dicembre presso il tribunale del lavoro di Firenze (anche se ci sono voci che danno per certo il rinvio) circa la causa che vede contrapposta la RSU, che sostiene la validità dei contratti decentrati stipulati fino ad oggi, all’amministrazione Comunale.
Intanto, l’incontro di oggi avrebbe avuto lo scopo di giungere a un contratto integrativo condiviso, ma il tentativo si è arenato, secondo quanto riportato dalle Rsu, davanti alla richiesta degli esponenti dell’amministrazione comunale di dare per “esteso” le modifiche precise, “riga per riga, comma per comma” rispetto alla proposta presentata dal comune. Una questione del tutto senza senso, dice fuori dai denti un esponente dell’Rsu, “in quanto la questione vera riguarda tutto il senso generale del contratto, non si tratta di togliere un po’ qui, mettere un po’ là”. Infatti, i sindacati contestano una serie di principi generali che sostengono la proposta dell’amministrazione al di là delle specificazioni della regolamentazione proposta. Inoltre, mettono in chiaro le Rsu, “l’amministrazione comunale entro maggio 2015 dovrà applicare il decreto legislativo 16/2014”, che introduce ancora altre regole. Ciò significa, per i sindacati, che “il contratto non potrà avere che carattere transitorio e come scadenza il 31 dicembre 2015”
Ma quali sono i punti “irricevibili” secondo gli esponenti dei lavoratori? Intanto, viene richiesta “un’acritica accettazione della controriforma Brunetta” che, nella configurazione che dà al contratto decentrato, “abbiamo sempre contrastato”. Ma ecco che procedendo si va nel vivo: ad esempio, la volontà dell’amministrazione comunale di “finanziare tutte le indennità attraverso le risorse fisse del fondo”, viene vista dai sindacati come un fattore che produce una rigidità eccessiva, fonte di criticità, rispetto alla struttura contrattuale. Ancora più nello specifico, l’indennità di disagio, fissata dalla amministrazione comunale, secondo l’interpretazione (“unilaterale” e discutibile, dicono i sindacati) dell’Aran, ovvero Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, a 30 euro, introduce una “rigidità inaccettabile” secondo le Rsu. Ancora, i sindacati richiedono, per quanto riguarda le indennità di responsabilità, vale a dire delle po o posizioni organizzative, l’attribuzione con criterio di omogeneità nelle varie direzioni. Da ciò scaturisce la richiesta di una griglia di definizione e graduazione semplificata delle indennità, avente contenuto oggettivo, “quanto più vicina – spiegano al sindacato – a quella in vigore nei precedenti contratti integrativi”. Inoltre, incalzano le Rsu, “l’eventuale riduzione degli importi delle indennità devono essere calcolate con equilibrio percentuale”.
Per quanto riguarda l’amministrazione sembra che il documento partorito dalle Rsu non risponda per niente a quanto era stato concordato. Infatti, la richiesta era, sembra, quella di procedere con un confronto preciso e puntuale sulle regole prospettate dalla stessa. Anche perché sarebbero “mesi” che ormai “si parla delle stesse cose”. Un momento, spiegano i delegati sindacali, “sia l’adesione alle regole “Brunetta” sia l’azzeramento di tutti i precedenti accordi integrativi sono res nova. Da mesi si parla di indennità e fondo integrativo, è vero, ma a quanto pare, ancora una volta, c’è chi parla ma non ascolta”.