Concorso Genetica: il Tar avverte Careggi, possibili gravi irregolarità

Firenze – Il Tribunale amministrativo regionale ha avviato la verifica di legittimità di un importante concorso della Azienda ospedaliera universitaria di Careggi; poiché a una prima valutazione le irregolarità denunciate dai ricorrenti non sono apparse infondate, ha fissato con urgenza la discussione finale per il prossimo novembre.

Viene così messo in forse il risultato di una procedura svolta affrettatamente a seguito della quale nel dicembre 2016 è stato nominato il nuovo direttore del Laboratorio di genetica dell’azienda ospedaliera Careggi. La decisione di fissare un’udienza così vicina, rispetto ai tempi ordinari del giudice è uno dei modi con i quali il codice di procedura amministrativa consente all’Azienda di correre ai ripari prima che una sentenza definitiva, chiuda la questione.

Il concorso era stato bandito dall’Ente di supporto tecnico della Regione per conto dell’Azienda Careggi, per individuare chi porre alla direzione di un laboratorio che in 40 anni, sotto la precedente direttrice, ora andata in pensione, è divenuto la più grande struttura di diagnostica genetica della Toscana e una delle più grandi e prestigiose d’Italia.

Per questo il 21 dicembre 2016 si erano presentati davanti alla commissione di concorso 18 candidati provenienti da tutta Italia e dotati di grande esperienza gestionale e scientifica. Le critiche che i partecipanti al concorso hanno mosso colpiscono diversi aspetti della procedura che si è conclusa con la nomina di una medico locale che per alcuni anni ha operato come consulente della struttura e che aveva ricevuto un incarico di dirigente nella Azienda sanitaria fiorentina.

La decisione ha sollevato molte critiche da parte degli altri candidati, tre dei quali hanno presentato un ricorso al Tar contestando le contraddizioni tra i criteri di giudizio e la loro applicazione che hanno finito per svalutare i numerosi titoli di carriera e scientifici dei principali concorrenti.

Con in più una critica per la mancanza di trasparenza nello svolgimento delle prove.  E’ soprattutto sulla mancanza di pubblicità che si è fondata la preliminare valutazione del giudice, che oltre ad anticipare all’amministrazione unna valutazione di dubbia legittimità della gara ha anche messo un punto fermo sul processo, affermando la propria competenza a decidere definitivamente, così respingendo le eccezioni con le quali il difensore dell’azienda aveva cercato di allontanare il giudizio.

Dunque l’Azienda deve ora prendere in considerazione l’incerto futuro della Direzione di questa sua importante struttura, decidere rapidamente se rifare il concorso o affrontare tra sette mesi il giudizio pieno. Intanto dovrà pagare 2mila euro di spese legali.

La legge prevede questa sorta di paracadute. Grazie ad esso la direzione generale di Careggi può correre ai ripari, cercando anche di limitare i danni all’immagine che inevitabilmente derivano dall’intervento del TAR e che si aggraverebbero con una sentenza definitiva. Questo modo progressivo di decidere le questioni portate davanti al giudice può sollevare una certa perplessità perché in qualche modo allontana la piena sanzione pubblica delle violazioni della legge da parte dell’amministrazione.

Può essere un modo più concreto e rapido di fare giustizia solo se l’amministrazione dà seguito seriamente agli avvertimenti del giudice; con la conseguenza che, se l’amministrazione resta passiva, si espone ad una condanna maggiore.

 

Foto: Monica Calamai direttrice generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi

 

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