Firenze – Mercoledì scorso (17 dicembre) un gruppo di studenti dell’università di Firenze ha attuato una protesta sotto la sede dell’ARDSU (Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) per manifestare “dissenso nei confronti del piano di chiusura delle residenze nel periodo natalizio”.
“A fronte di un iter in corso ormai da un anno, riteniamo di dover nuovamente sollevare alcuni punti sulla questione – dicono gli studenti in una nota – riteniamo che il posto alloggio non sia solamente l’erogazione di un beneficio ma il conseguimento di un diritto, quello allo studio e all’abitare. Abitando e vivendo uno studente fa suo lo spazio che gli viene concesso e lo riempie dei propri contenuti e lo piega alle proprie esigenze”.
Il punto dunque è proprio questo: se è un diritto da un lato e dall’altro una vera e propria dimensione esistenziale, l’Azienda rischia di innescare tensione nel considerarlo un solo, semplice, puro servizio. Un servizio che a seconda delle necessità può essere tolto, mettendo così allo scoperto, secondo gli studenti, che lo ritengono non sopportabile, che lo studente e la “sua casa” siano mera voce di spesa da “razionalizzare – si legge – al bisogno”.
Per di più, aggiungono gli studenti, “questi risparmi si rivelano essere irrisori, non prevedono un reale percorso condiviso con i diretti interessati e un’efficace considerazione dei disagi arrecati”. Dunque, gli studenti continuano a ribadire “che le Residenze devono rimanere aperte durante le festività natalizie” e che “davanti all’impossibilità di avere un riscontro diretto da parte dell’Azienda, intraprenderemo ogni strada possibile: dal livello mediatico a livello mobilitativo e non ci chiudiamo a possibili occupazioni”. La nota è firmata dall’Assemblea per il Diritto allo Studio.