Firenze – Case popolari, alloggi vuoti. Il problema è grave, tanto più a fronte della fame di case che si verifica in tutta la Regione, ma in particolare a a Firenze, dove, fra canoni drogati dal business degli affitti turistici brevi e storica carenza di case, è sempre più difficile accedere ad affitti del cosiddetto mercato. Un problema che coinvolge sempre più anche fasce sociali finora immuni al problema della sostenibilità dell’alloggio, rendendo allo stesso temo sempre più urgente trovare risposta nella cosiddetta edilizia popolare pubblica.
Sul punto, vale a dire sul problema degli alloggi Erp vuoti anche per anni a fronte della richiesta sempre più pressante, un incontro con la direzione regionale della casa, al cui vertice siede l’assessore Vincenzo Ceccarelli, si è tenuto ieri con alcuni dei portavoce di quella che da anni è una vera e propria emergenza: Vincenzo Simoni, Unione Inquilini, Giuseppe Cazzato, Cobas, Sandro Targetti, Resistenza Casa-Sportello solidale, Marzia Mecocci, del Movimento di Lotta per la Casa. Un incontro che aveva lo scopo di fare il punto della situazione e chiedere una soluzione per sbloccare la questione delle case vuote giacenti nel patrimonio Erp, oltre alle proposte volte a incrementare fuirbilità rapida e numero degli appartamenti di edilizia popolare.
Ma quante sono le case popolari vuote nel Comune di Firenze? In mancanza di dati ufficiali, si assiste a una vera e propria guerra dei numeri: si parla addirittura di cifre che vanno oltre gli 800 alloggi vuoti, con oltre un centinaio di appartamenti già con le chiavi pronte e un altro centinaio già completati e assegnabili, fino alle cifre assai più ridotte date dal presidente di Casa spa Luca Talluri, secondo cui queste sono vere e proprie fakenews, che parla di circa 123 unità vuote. Secondo i calcoli dei richiedenti l’incontro, basati sulle cifre ufficiali emerse dall’Osservatorio Casa regionale dello scorso anno (il prossimo report si terrà il 30 ottobre), gli alloggi vuoti nell’area fiorentina risultano 691, cifra probabilmente approssimata per difetto. Con buona approssimazione si può dire che nel comune di Firenze ci sono circa 700 alloggi vuoti. La cifra si ottiene mettendo in correlazione i numeri del Rapporto sulla condizione abitativa 2018 della Regione Toscana e seguendone il trend. Così, le unità alloggiative liberate nella Lode fiorentina nel corso del 2017 sono (dati della Regione) sono state 383, dato che risultava essere in crescita rispetto al 2016. Il Comune di Firenze detiene i 2/3 del patrimonio abitativo della Lode, vale a dire circa 8mila appartamenti su 12mila. “Mantenendo il rapporto reso noto in precedenza – spiega Cazzato – possiamo pensare con buona approssimazione che le unità abitative liberate nel Comune di Firenze, nel 2017, abbiano raggiunto quota 255”. Ed ecco cosa succede se si ipotizza che lo stesso trend sia stato mantenuto sia per il 2018 che per il 2019: sommando i 255 del 2018 e 191 nei primi 9 mesi del 2019, si arriva a un totale di alloggi “liberati” pari a 446. Le assegnazioni, nello stesso periodo, nel Comune di Firenze, sono state 212, 139 da bando e 73 per utilizzo autorizzato, per cui sottraendo dal totale degli alloggi liberati negli anni 2018-19 gli assegnati, risulta un “avanzo” di 234 alloggi. Nel Rapporto abitativo risultano anche le unità abitative non assegnate al 31 dicembre 2017: nella lode fiorentina pari a 686. Di questi, i 2/3 dovrebbero trovarsi nei siti del comune di Firenze, per circa 457 alloggi non assegnati. Sommando ad essi le 234 unità risultanti dalla differenza fra quelli liberati e assegnati, si arriva ai fatidici 691 (circa) alloggi vuoti a Firenze.
I dati, pur con una certa approssimazione, rendono evidente la dimensione del problema. Un problema di cui la Regione Toscana si dichiara cosciente, tant’è vero che pare si stia studiando un provvedimento per assicurare al nodo degli alloggi vuoti un flusso costante di risorse, che assicuri almeno una fonte certa di denari per le ristrutturazioni. Fondi che andranno ad aggiungersi a quelli derivanti dagli affitti e a quelli statali. Quanto a quest’ultimo punto, “la speranza è che i fondi promessi dal nuovo governo non restino “sulla carta”.
Che il problema sia di sistema rimane tuttavia evidente. Prescindendo da altri punti, altrettanto importanto, toccati durante il confronto, come ad esempio la richiesta avanzata alla Regione di ampliare le operazioni di ristrutturazione autogestita come quella di via Aldini o dell’Asilo Richter, o quella di rendere più agili e attivabili in regime di economia domestica le riqualificazioni dei singoli assegnatari, ad ora condizionate dall’intermediazione degli enti gestori, il vero problema continua ad essere l’assenza di risorse certe e soprattutto continuative per le case popolari. D’altro canto, come fanno nostre gli intervenuti all’incontro, potendo disporre di dati attendibili sulle case che annualmente tornano nella disponibilità degli enti gestori (circa 300), la logica del buon padre di famiglia vorrebbe che almeno su quelle unità si predisponessero per tempo i soldi per renderle nel più breve tempo possibile nuovamente assegnabili (la spesa media per la riqualificazione di un’abitazione è calcolata in ventimila euro, ma a volte i lavori da fare per metterla in sicurezza secondo le prescrizioni di legge sono molto contenuti, dal cambio della caldaia a una semplice ritinteggiatura). Anche perché altrimenti, come spiegano le controparti all’amministrazione, “il paradosso è che ci si trovi a programmare non le nuove riqualificazioni, ma quante case rimarranno vuote”.
Per approfondire: https://www.stamptoscana.it/erperp-regionale-entrano-108-alloggi-privati-e-arrivano-17-milioni-a-firenze-e-prato/