Campagne di Russia

Alto ufficiale dell’esercito dello zar Alessandro I, Demidoff aveva partecipato alla guerra del 1812 contro l’invasore francese. Nel 1822 fu nominato ambasciatore imperiale presso il granduca Ferdinando III di Toscana, e Firenze gli piacque tanto che vi trasferirì la famiglia in pianta stabile. Dalla loro prima residenza, un grande appartamento preso in affitto in palazzo Serristori, i Demidoff si spostarono di pochi metri, nell’attuale via dei Renai, dove ristrutturarono un palazzo nobiliare. La fortuna della famiglia era iniziata sotto Pietro il Grande, quando il fabbro Nikita Demidoff aveva fondato una fabbrica di armi. Fin lì la Russia non possedeva un’industria bellica propria, e dunque fortuna fu presto fatta: i Demidoff divennero prima conti e poi principi, ma soprattutto accumularono immense ricchezze. E molte Nicola ne profuse a Firenze, oltre che per fini di collezionismo d’arte, in opere umanitarie, specialmente in favore dell’istruzione e della salute dell’infanzia. Nella patria di adozione i Demidoff vissero curiose vicende private. Intanto palazzo Serristori divenne nel 1841 la residenza di Giuseppe Bonaparte, ex re di Spagna e fratello maggiore di quel Napoleone che Nicola aveva combattuto trent’anni prima. C’è di più: l’anno prima era approdato a Firenze un altro Bonaparte, l’ex re di Westfalia Girolamo; e nel giro di pochi mesi sua figlia Matilde aveva sposato Anatolio, figlio maggiore di Nicola… Il loro matrimonio si rivelò una campagna del 1812 in miniatura, anche se qui la responsabilità fu tutta russa. In effetti lo sposo imponeva la presenza dell’amante alla giovane moglie, che, esasperata, apostrofò la donna durante una festa. Per tutta risposta Anatolio la prese a schiaffi. Furiosa, Matilde fuggì allora a Parigi con i propri gioielli, che riteneva appartenere alla dote ma che in realtà Girolamo, eternamente squattrinato, aveva venduto sottobanco ai Demidoff. La querelle si concluse con l’annullamento ufficiale del matrimonio, pronunciato nel 1847 con un ukaze dello zar Nicola I.

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