Comune di Bologna: 800 dipendenti da tagliare

L’allarme della giunta: “Vincoli sul turn over da rispettare”. I Quartieri: Urp a rischio chiusura.
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La ricostruzione del volto di San Valentino

Tagli in vista per i dipendenti del Comune di Bologna. Erano 4.900 alla fine del 2009 ma ne rimarranno solo 3.500 entro la conclusione di questo mandato amministrativo. La sforbiciata da 1.400 posti riguarda i dipendenti di Palazzo d’Accursio che dopo anni di tagli agli enti locali e blocchi del turn over si troveranno decisamente ridimensionati. L’allarme è stato lanciato dall’assessore al Bilancio Davide Conte dai microfoni di Radio Città del Capo.

La legge permette di assumere una persona ogni quattro che se ne vanno — ha detto Conte — quindi riusciremo a integrare il personale e a fine mandato avremo 3.500 dipendenti, un numero non sufficiente a garantire la qualità dei servizi per i nostri cittadini”. Un taglio che vede alla fine la macchina comunale ridotta quasi del 30% e che parte da lontano. Se nel 2009 si contavano 4.904 dipendenti a tempo indeterminato, nel 2010 questo numero si era ridotto a 4.698, cui si aggiungevano circa 300 dipendenti a tempo determinato. Così via calando (nel 2011 si contano 4.522 dipendenti a tempo indeterminato, che diventano 4.370 nel 2012 e 4.271 nel 2013) si arriva fino ai 4.174 dipendenti a tempo indeterminato nel 2015, con un costo di poco più di 162 milioni, ridotti di quasi 20 milioni rispetto al 2010.

Le assunzioni negli ultimi anni hanno riguardato soprattutto le maestre comunali della scuola dell’infanzia, i vigili e ora è stata annunciata una tornata di assunzioni di assistenti sociali, ma in questo caso si parla di qualche decina. Ora la frontiera dei tagli si sposta sull’apparato amministrativo, gli Urp (ufficio relazioni con il pubblico) potrebbero avere difficoltà, così come gli sportelli in generale, coloro che si occupano di manutenzione o di controllo degli appalti.

Di fronte al timore di non riuscire più a garantire quei servizi che a Bologna sono sempre stati considerati come un fiore all’occhiello, naturalmente si propone la soluzione delle esternalizzazioni, l’esempio più recente è quello della gestione della biblioteca “Cesare Malservisi” al Navile. Una “prospettiva su cui ragionare con molta attenzione e molta cura — secondo Conte — cercando di verificare e implementare la qualità del servizio”.

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