Parigi – Un nuovo grido d’allarme è stato lanciato dalla rete mondiale di esperti incaricata di valutare i danni provocati dai cambiamenti climatici sulle barriere coralline. Secondo il loro più recente studio che ha preso in esame le 10 regioni corallifere del mondo, negli oceani tra il 2009 e il 2018 il 14% dei coralli è scomparso, mettendo così in grave pericolo un habitat cruciale per la fauna e la flora marina.
Riscaldamento climatico, inquinamento e sovra sfruttamento delle risorse ittiche sono i grandi nemici delle barriere coralline e causa dello sbiancamento dei coralli che può portare alla loro morte.
Le condizioni delle barriere coralline nel 2020 « offrono il panorama scientifico più preciso sui danni che provoca in tutto il mondo il riscaldamento delle temperature « sui coralli, precisa il rapporto dell’organizzazione che basa le sue conclusioni sull’eame di 12.000 siti in 73 paesi. Nel documento si precisa anche che é soprattutto lo sbiancamento legato all’aumento delle temperature in superficie degli oceani a provocare la scomparsa dei coralli.
Perciò, insiste dall’Australia Paul Hardisty che guida l’Istituto australiano delle scienze marine, non bisogna perdere tempo e « limitare al più presto le emissioni di gas a effetto serra ». Le barriere coralline australiane sono tra le più colpite , con circa un terzo distrutto già dal 2016.
Il declino dei coralli è ormai da tempo un preoccupante soggetto di studio da parte di esperti di tutto il mondo. Secondo un rapporto pubblicato dalla rivista One Earth dagli
Anni cinquanta ad oggi la superficie delle barriere coralline si é dimezzata a causa del riscaldamento globale, la pesca eccessiva, la distruzione dell’habitat e l’inquinamento. Con la riduzione della superficie corallina si é anche ridotta del 60% nelle barriere la diversità delle specie. Anche per il responsabile di questo studio, Tyler Eddy della canadese Memorial University, « le barriere coralline sono tra gli ecosistemi più sensibili del paese e quindi i primi a registrare gli effetti dei cambiamenti climatici » fornendo così preziosi dati sulle drammatiche conseguenze del riscaldamento globale. Oggetto di preoccupazione é l’intensificarsi delle ondate di calore marino che provocano lo sbiancamento dei coralli e che si stanno facendo sempre più frequenti e gravi.
L’allarmante fenomeno però potrebbe anche non essere irreversibile : secondo Hardisty ad esempio, « molte barriere coralline sono resistenti e possono anche ricostituirsi se le condizioni lo permetteranno e quindi c’é speranza che se si agisce tempestivamente i coralli ritrovino sul lungo termine la salute ».