Firenze – “Paradigma industria 4.0: applicazioni e implicazioni nel settore automotive”. E’ questo il titolo del convegno che si terrà al Museo Piaggio di Pontedera il 26 e il 27 di ottobre. Si parlerà di robotica, impresa intelligente, big data, con l’intervento di ospiti di livello internazionale, del calibro Enrico Pisino, capo del settore innovation del gruppo Fca. Lo ha organizzato Movet, l’associazione che riunisce aziende, università, centri di ricerca con l’obiettivo di dare un segnale ben preciso. Far sì che la rete delle eccellenze toscane che sta già cavalcando questa quarta rivoluzione industriale faccia salire sul treno in corsa anche protagonisti minori: piccole e medie imprese, centri di formazione di vario ordine e grado, il settore terziario. “Oggi o sei in grado di competere ai massimi livelli, o sei espulso dai mercati” sottolinea l’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo. E “la parola chiave per cavalcare questi processi è l’integrazione” sottolinea il presidente di Movet, Giuseppe Pozzana.
La Toscana, nonostante la crisi che ha devastato il settore automotive a livello mondiale, riparte da…quattro. Nell’area costiera fra Pisa e Livorno e a Firenze operano gruppi multinazionali del calibro di Continental, Magna Closures, Pierburg pump technology (tutte socie di Movet), Gkn, a cui va aggiunta Piaggio. Tutti hanno al loro interno un reparto Ricerca e sviluppo che nella crisi ha fatto la differenza. In cifre il settore automotive toscano fattura circa 3 miliardi di euro, di cui 1,3 deriva dall’export, dà lavoro a 14mila persone e conta 122 imprese (dati Movet e Ircres 2015). E’ uno dei pochi in regione, con una struttura fortemente concentrata e piramidale: il 63% degli occupati lavora in grandi aziende con più di 250 addetti, il 22% in medie e il 15% in piccole o piccolissime imprese. Il pericolo che i grandi se ne vadano e i piccoli collassino se non riescono ad agganciare i processi di innovazione è reale.
“Le grandi aziende sono già decollate – dice Enrico Rabaudo della Continental, vicepresidente del Movet – e l’introduzione di queste nuove tecnologie è fondamentale per mantenere o recuperare il lavoro perduto a favore dei paesi dell’est Europa”. Continental oggi ha ben il 70% del proprio indotto produttivo in Germania, prosegue: “Le imprese toscane devono fare un salto di livello” se vogliono riprendersi il lavoro che se ne va altrove. Continental già da qualche anno utilizza Robot collaborativi (CoBot) per svolgere operazioni manuali, piccoli carrellini dotati di sensori (AGV) che si muovono nello stabilimento e aggirano ogni ostacolo. Magna è intervenuta con forti investimenti nella logistica per dare sempre più spazio, grazie ai principi dell’impresa 4.0, a nuove lavorazioni. Pierburg si è invece focalizzata sull’utilizzo di informazioni e dati per ottimizzare efficienza e affidabilità dei prodotti. Tutte queste esperienze, convergeranno nelle varie sessioni del convegno di Pontedera, declinando il “mondo 4.0 reale” di un settore (quello automotive) che nella storia ha fatto da battistrada a ogni rivoluzione industriale che si rispetti.
Naturalmente nell’era della fabbrica intelligente non può mancare il contributo essenziale del sistema formativo. Per questo è ai nastri di partenza (inaugurazione l’8 gennaio 2018) il master Automotive engineering and principles of management creato dalle università di Pisa e Firenze. “Metterà insieme professionalità multidisciplinari – ingegneri, economisti, specialisti di produzione – perché occorre un cambiamento totale di mentalità e competenze” afferma Marco Pierini, direttore del comitato scientifico di Movet. E i tempi per questa trasformazione sono ormai strettissimi.
Info: movet.org