Firenze – Dal 27 novembre 2019 fino al 1 marzo 2020 nell’Aula Magliabechiana delle Gallerie degli Uffizi, è allestita la mostra “Pietro Aretino e l’arte nel Rinascimento”, e rappresenta uno degli eventi organizzati per il cinquecentenario della nascita di Cosimo I. La rassegna, curata da Anna Bisceglia, Matteo Ceriana e Paolo Procaccioli celebra Pietro Aretino, intellettuale e celebre animatore della vita culturale rinascimentale. Fu amico del condottiero Giovanni dalle Bande Nere, del cardinale Giulio de’ Medici, ma anche di artisti del livello di Tiziano, Raffaello, Parmigianino.
La grande mostra comprende circa cento opere, con prestiti provenienti da musei internazionali, che evidenziano la personalità e le caratteristiche di questo uomo, simbolo di quel periodo fecondo che fu il Cinquecento. Libri, scritti sagaci, dipinti e opere varie testimoniano la sua attività.
Il percorso della mostra inizia con il Ritratto di Pietro Aretino, di Tiziano. L’opera fu donata da Aretino a Cosimo de’ Medici nel 1545 e dal quel tempo è conservato a Firenze. Non è l’unica opera di Tiziano presente in mostra. Una fra le altre è lo Stendardo della Resurrezione, prestito speciale della Galleria delle Marche di Urbino.
Poi si possono ammirare i ritratti dei potenti e altri dipinti, medaglie e stampe. Il vero protagonista è un’edizione originale, dei Sonetti lussuriosi, illustrata a Venezia su ispirazione dei disegni eseguiti da Giulio Romano, allievo di Raffaello Sanzio, con contenuti esplicitamente pornografici che lo resero famoso tra i suoi contemporanei.
Un immenso corpus di oltre 4000 lettere testimoniano i rapporti che Pietro Aretino intrattenne con i grandi del suo periodo. I suoi amici, oltre a Raffaello, furono Michelangelo, Parmigianino, Sebastiano del Piombo, Tiziano, Tintoretto, e Jacopo Sansovino.
Immagine: Tiziano, Ritratto di Pietro Aretino