Firenze – Tanto tuonò che piovve: i lavoratori delle Biblioteche comunali, dopo incontri e confronti, bandiscono gli indugi e proclamano sciopero, per l’8 febbraio.
In una nota, le lavoratrici e i lavoratori delle biblioteche e dell’Archivio Storico del Comune di Firenze ribadiscono le loro ragioni.
“A pochi mesi dalla scadenza del bando di gara che coinvolge oltre 100 lavoratrici e lavoratori tra biblioteche e archivio fiorentino-ricordano i lavoratori – l’amministrazione ha deciso di tagliare di circa 500 mila euro annui le risorse da destinare alla prossima gara, mettendo a serio rischio la tenuta occupazionale e contrattuale dei dipendenti attualmente impiegati”.
Dopo una lunga serie di assemblee sindacali molto partecipate, è stato sancito a dicembre 2021 lo stato di agitazione. “I! successivo tentativo di conciliazione tra le parti, audite dal Prefetto, ha avuto esito negativo visto che l’amministrazione comunale non si è presentata all’incontro. L’ultimo tavolo tecnico tra sindacati e amministrazione del 4 gennaio ha confermato il taglio ingente che potrebbe avere ripercussioni sui servizi alla cittadinanza, oltreché sugli stessi lavoratori”.
Per questo motivo, è stato proclamato lo sciopero di tutto il personale in appalto impegnato nei servizi bibliotecari ed archivistici del Comune di Firenze per l’intera giornata di martedì 8 febbraio.
“Uno sciopero – continua la nota – contro il taglio delle risorse destinate al nuovo appalto in scadenza il 30 aprile e per l’inserimento nella documentazione di gara del prossimo appalto di tutte le garanzie a tutela delle condizioni contrattuali e occupazionali previste dalla vigente normativa”.
Ed ecco i punti: individuazione del CCNL leader o di riferimento; inclusione della clausola sociale per il riassorbimento del personale attualmente impiegato; determinazione, in base alle tabelle ministeriali, dell’effettivo costo della manodopera e la possibilità di dare all’offerta tecnica un punteggio decisamente superiore rispetto a quella economica, per evitare aggiudicazioni determinate da ribassi.
“Inoltre – conclude la nota – viste le già annunciate intenzioni da parte del Comune di una progressiva reinternalizzazione dei servizi bibliotecari e archivistici, si chiede a gran voce di iniziare un percorso condiviso mirante a trovare le migliori soluzioni che tutelino integralmente sia la professionalità che la tenuta occupazionale del personale da anni impegnato nelle biblioteche comunali e nell’archivio, servizi essenziali da sempre ritenuti fiore all’occhiello dell’offerta culturale cittadina”.
Sulla questione, rammarico e stupore vengono espressi dall’assessore al personale del Comune di Firenze, Alessandro Martini. “Apprendiamo con rammarico della decisione dello sciopero annunciato per la prossima settimana da parte dei lavoratori e delle lavoratrici in appalto delle biblioteche comunali e dell’archivio storico – dice Martini – il bilancio 2022, peraltro ancora in corso di predisposizione, non prevede riduzioni di stanziamenti per i servizi bibliotecari affidati all’esterno. Inoltre sono in corso 30 nuove assunzioni per le biblioteche nell’anno”.
Non è la prima volta che l’assessore afferma che in realtà il taglio all’appalto, dal suo punto di vista, è un falso problema. “Stupisce quindi – continua l’assessore – che si parli di una riduzione del servizio quando i soldi per l’appalto sono gli stessi e si prevedono nuove assunzioni. Per quanto riguarda il bando per il nuovo appalto, inoltre, le specifiche tecniche sono in corso di valutazione”.
“Anche durante il periodo di chiusura delle biblioteche per la pandemia – ricorda – il Comune ha assicurato alle cooperative servizi non in presenza per garantire il lavoro ai loro dipendenti, a riprova dell’attenzione con cui viene trattata da sempre la questione dei lavoratori in appalto. Sono stati molti, infine, gli incontri effettuati con sindacati sia tecnici sia di delegazione trattante sia con gli amministratori sul tema dell’implementazione dei servizi bibliotecari”.
Tuttavia, i lavoratori rispondono punto per punto a Martini. “Siamo noi a essere stupiti – ribattono – in quanto i tagli ci sono, proprio come emerso dai vari incontri, dal momento che con le risorse previste in bilancio si garantiscono solo una parte dei servizi, quelli che vengon ritenuti “necessari” dall’amministrazione, la quale si riserva di attivare gli altri servizi quando si reperiranno le risorse. Obiettivo dello sciopero, d’altro canto, è anche quello di spingere l’aministrazione a reperire le risorse necessarie in modo da arrivare alla scadenza dell’appalto (che termina il 30 aprile e dunque, arrivare al 1 maggio) con la pronta riapertura di tutti i servizi, a tutela dei lavoratori e della cittadinanza. Per quanto riguarda l’affermazione dell’assessore circa il perdurare, anche durante il periodo di chiusura, dell’attività lavorativa degli operatori con servizi non in presenza, non è vera, in quanto durante il primo lockdown i lavoratori erano stati posti a casa, in cassa integrazione (con il 60% dello stipendio). Terza affermazione non del tutto corretta, l’annuncio di 30 assunzioni nel corso del 2022. In realtà, vengono assunti 30 istruttori amministrativi, come da avvenuto bando, perché nonostante fra i profili professionali ci siano gli iuto bibliotecari, per queste figure ben definite non è stato esperito alcun bando; per cui, ad ora le 30 assunzioni annunciate non sono figure professionalizzate. Inoltre, la questione è già stata affrontata con Martini, e l’assessore si era impegnato ad aprire un tavolo cone le Rsu sul tema. Tavolo di cui a tutt’oggi non esiste altro che l’ipotesi”.