Parigi – Il commercio illegale di animali selvatici non conosce battute d’arresto. Anzi. Nonostante in molti paesi sia stato messo al bando perché mette in pericolo la sopravvivenza di specie protette e sia forse responsabile della trasmissione di malattie all’uomo starebbe invece prosperando, almeno stando a una lunga inchiesta del quotidiano Liberation.
Invece di diminuire, il fenomeno “ si è notevolmente sviluppato e ora fa prosperare un intenso traffico internazionale”, alimentando non solo mercati asiatici e africani ma anche europei.
La lista degli animali ritenuti un boccone prelibato è assai lunga, e comprende scimmie, serpenti, orsi, elefanti, coccodrilli, balene, giraffe nonché il famoso pangolino assurto agli onori della cronaca perché sospettato di aver provocato l’epidemia del coronavirus.
Nonostante questi sospetti, che hanno portato alla chiusura di numerosi wet market in Cina tra cui quello di Wuhan, il traffico dei pangolini, specie minacciata di estinzione, è in forte aumento, stando almeno al numero di sequestri di carne di questo animale. Già prima del Covid 19, i virus Sras, Ebola e VIH che avevano contaminato l’uomo attraverso la caccia e questi mercati aveva tolto l’appetito agli amanti di carne esotica e scoraggiato i bracconieri. Secondo l’Istituto Pasteur tra il 50 e l’80 delle malattie infettive sono di origine animale.
Al di là del rischio sanitario, questo traffico preoccupa perché a pagare il prezzo di queste tradizioni culinarie sono soprattutte le specie protette. Secondo gli esperti circa l’80% della carne illegalmente commerciata proviene da animali minacciati di estinzione. Per dare una misura del fenomeno basti pensare che solo nel bacino del Congo il mercato raggiungerebbe i 5 milioni di tonnellate di carne, pari a circa 20 milioni di animali. La carne “esotica” piace molto non solo in Cina e altri paesi asiatici ma anche in Africa occidentale e centrale. Tra i manicaretti apprezzati dai cinesi in Africa vi sarebbe anche uno spezzatino di proboscide di elefante, animale già minacciato dai cacciatori di avorio.
Il commercio di carne proibita inoltre permette a molte persone, a cominciare dai cacciatori di frodo, di avere un reddito che permette di vivere. “Per loro, scrive Liberation, la fauna selvatica rappresenta una manna” in quanto, ad esempio, una testa fresca o una tibia di giraffa vale 125 euro, un chilo di carne di scimmia 100 euro.
Il traffico di queste carni, solitamente vendute a pezzi spesso affumicati, brasati o seccati, non si arresta alle frontiere dell’Europa dove arriva clandestinamente in aereo nascosto in ghiacciaie portatili. Secondo le autorità belghe ogni anno transiterebbero all’aeroporto di Bruxelles oltre 44 tonnellate di carne proveniente dall’Africa. In Francia le dogane hanno sequestrato 21 tonnellate, in netto aumento rispetto all’anno prima.