All’Emilia-Romagna il premio “Pio La Torre”

Conferito all’assessore alla Legalità, Massimo Mezzetti, per l’impegno della Regione contro la criminalità organizzata.

Il riconoscimento nazionale “Pio La Torre per i diritti”, per l’impegno nel contrasto alla criminalità organizzata, è stato conferito alla Regione Emilia-Romagna, realtà che è stata definita una delle dieci “storie esemplari di antimafia e di impegno civile” e che sono state premiate a Roma da Cgil, Avviso Pubblico e Federazione Nazionale della Stampa, che hanno consegnato gli attestati a coloro che nel mondo del sindacato, della pubblica amministrazione e del giornalismo si sono particolarmente distinti per l’impegno per la legalità e la cittadinanza responsabile.

Una commissione composta da Michele Albanese, Paolo Borrometi, Franco La Torre, Giuseppe Massafra, Marco Omizzolo, Stefania Pellegrini (presidente) e Pierpaolo Romani, ha conferito all’assessore regionale alle Politiche per la Legalità Massimo Mezzetti l’importante premio, istituito in occasione del 35° anniversario dell’approvazione della legge Rognoni-La Torre, che ha introdotto nell’ordinamento italiano il reato di associazione mafiosa e le norme sulla confisca dei beni e dei capitali della criminalità organizzata.

E’ un onore ricevere questo prestigioso riconoscimento – ha dichiarato l’assessore Massimo Mezzetti. Insieme a tante realtà del mondo economico, sindacale, associativo, imprenditoriale, universitario abbiamo lavorato con grande sinergia e determinazione per dotarci di misure realmente efficaci per contrastare la criminalità organizzata nella nostra regione, e per promuovere la cultura della legalità. Lo abbiamo fatto con l’approvazione del Testo Unico un anno fa e con l’importante Protocollo firmato la scorsa settimana che ci consente di destinare con maggiore rapidità i beni sequestrati alla criminalità a fini sociali, oltre che tutelare i lavoratori delle aziende sequestrate e poi confiscate.

In Emilia-Romagna la battaglia contro le mafie è un impegno comune che vede ognuno, dalla società civile alle organizzazioni imprenditoriali e sindacali, agli Enti locali, fare la propria parte. Il merito di questo riconoscimento va a coloro che ogni giorno promuovono una cultura di legalità, nei luoghi di lavoro, organizzando iniziative di informazione, denunciando episodi di corruzione, coinvolgendo i giovani nella gestione dei beni confiscati alle mafie. Sono tanti, ed è questa la nostra forza e la ragione per cui l’Emilia-Romagna non sarà mai terra di mafia”.

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