Manifestazione nazionale di Coldiretti oggi a Firenze con agricoltori giunti da tutta la Toscana. Cinghiali trasportati sotto al Duomo di Firenze e trattori parcheggiati sul Lungarno Aldo Moro.
Le preoccupazioni espresse sono numerose: la difesa dei raccolti e con essi il ricavo imprenditoriale del settore finisce in secondo piano davanti al numero dei morti per incidente stradale dovuto allo scontro con animali selvatici presenti sulle strade toscane ed anche al cospetto dei cinghialotti ingabbiati ai piedi di Santa Maria del Fiore.
Gli agricoltori toscani temono cinghiali, daini, caprioli, storni e mufloni, senza dimenticare i lupi. A fianco dei 5mila agricoltori anche gli allevatori di Coldiretti Toscana per chiedere l’effettiva applicazione del piano lupo approvato nel 2014 dalla Regione Toscana e sollecitare il piano nazionale ancora “bloccato” in conferenza Stato-Regioni. Il Centro Interuniversitario di ricerca sulla selvaggina nel 2015 ha rilevato la presenza in Toscana di 109 branchi di lupi.
C’era una volta un problema che è diventato un allarme. “Scontrarsi con un ungulato equivale ad incontrare un muro di mattoni” non si stancano di raccontarlo quegli agricoltori che contano tra parenti ed amici numerose vittime di incidenti più o meno gravi. “Poi ci sono i raccolti.. e non parliamo di sciocchezze, ma di prodotti di eccellenza del nostro territorio come le uve del Chianti” spiega Roberto Marinelli della Coldiretti di Firenze rimasto sui trattori parcheggiati al Lungarno Aldo Moro davanti alla sede Rai di Firenze. Sempre Marinelli risponde alle accuse degli animalisti “Non intendiamo accanirci su questi animali, ma è indubbio che la natura ha subito dei cambiamenti, forse prodotti anche dalla gestione del territorio e così abbiamo delle specie molto prolifiche ed esemplari che si spingono fino all’abitato urbano avendo già abbondantemente superato il limite dei campi coltivati. Occorre mettere un freno, contenere l’avanzata. Parliamo ormai di un problema che non riguarda solo noi agricoltori ed è per questo che chiediamo risolutezza alla politica“.
L’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi è stato invitato a salire sul palco dove gli organizzatori hanno illustrato le proprie difficoltà e presentato alcune proposte “Gli agricoltori vogliono raccogliere il frutto del loro lavoro non vogliono un ristoro economico dei danni subiti a causa di un’eccessiva presenza di fauna selvatica. Produzioni danneggiate danneggiano a loro volta l’immagine delle aziende e i loro mercati. Le loro esigenze sono in linea con il lavoro della Regione Toscana e con quanto contenuto nella legge obiettivo 10/2016, che ha come fine lo sviluppo dell’agricoltura toscana, la tutela delle nostre produzioni tipiche e del nostro bellissimo territorio, anche attraverso la sburocratizzazione e la semplificazione delle norme che riguardano gli interventi di controllo faunistico“.
Non è l’attività principale quella di campare di indennizzi, ma in piazza si parla anche di risarcimento dei danni. “E’ necessario garantire gli indennizzi agli allevatori che hanno subito i danni. Il rimborso dei danni può essere solo una misura provvisoria; occorre iniziare a gestire il fenomeno per controllarlo e mettere in sicurezza gli allevamenti, che, diversamente, sono destinati a chiudere” dichiara Tulio Marcelli, che ricorda la questione del regime di indennizzi de minimis in base al quale “ad ogni impresa agricola non possono essere corrisposte, nel corso di un triennio, somme superiori a 15.000 euro: si tratta di una cifra che in molti casi risulta del tutto insufficiente a risarcire il danno.
Non solo visto che Antonio De Concilio, Direttore di Coldiretti Toscana aggiunge: “Gli indennizzi non compensano una serie di danni strettamente connessi alla perdita di prodotto; l’indennizzo è calcolato sul prezzo del prodotto agricolo standard che non tiene conto né della qualità e specificità del prodotto, né del valore aggiunto che l’impresa avrebbe realizzato con la trasformazione e commercializzazione, né della perdita di clientela e di spazi di mercato”. L’indennizzo a fine anno conta e pesa sul bilancio aziendale.
Ma la normativa è stata applicata? “No – rispondono da Coldiretti – ed è questo che aspettiamo“. Più difficile spingersi oltre, ovvero nell’analisi di cosa accadrà quando la Regione Toscana avrà a pieno titolo la competenza di gestire i controlli sul territorio in sinergia tra le ex Polizia Provinciale e Corpo Forestale dello Stato entrambi fino a ieri deputati alla vigilanza sulle aree boschive e sulla fauna e riformate secondo nuove dinamiche organizzative ancora da assimilare.