La proposta avanzata dal sindaco di Reggio Luca Vecchi di andare verso una società mista per la gestione dell’acqua è innanzi tutto un’innovazione di stampo europeo, della quale occorre essere consapevoli e orgogliosi per accompagnare il percorso di approfondimento che si è aperto. I risultati che coglie, positivamente accolti e sostenuti dai sindaci della provincia, dalla direzione provinciale del Pd e dal presidente della Provincia, sono molteplici. In primo luogo essa risponde pienamente allo spirito del referendum: mantenere il controllo della concessione in mani pubbliche. E’ un risultato rilevantissimo, non l’unico peraltro. I criteri di territorialità della società di gestione, di trasparenza del percorso economico-produttivo che sottende il ciclo idrico, di partecipazione della collettività e degli stakeholder ai processi decisionali, citati dal sindaco in commissione, sono un altro dei punti qualificanti di questa proposta, che può aprire una strada nuova in Italia, rispetto a quelle già battute.
Nondimeno questa proposta ha il pregio di sgomberare il campo da quell’insieme di incertezze sul piano normativo che, se applicate a un’ipotesi come quella precedentemente elaborata che prevedeva l’indebitamento dei Comuni reggiani per centinaia di milioni di euro, rappresentava un peso insostenibile per le Amministrazioni pubbliche. La società mista così com’è configurata nel cosiddetto “piano-Caia” ha cioè l’ambizione di tenere assieme i valori del referendum, di cui è il Pd è stato parte attiva, con quel pragmatismo tipico della cultura emiliana che non si limita all’enunciazione di ideali, ma che ha l’ambizione di tradurli in progetti di governo sostenibili e praticabili, a vantaggio di tutti.
Il ciclo idrico a Reggio Emilia è fra i migliori in Italia, già oggi: l’acquedotto della città spreca pochissima acqua. Non altrettanto si può dire del resto del Paese, dove purtroppo spesso anche società tutte pubbliche sono invece incapaci di ridurre le perdite. L’acqua che arriva nelle case dei reggiani è buona, controllata, sana. Anche qui: non serve andare molto lontano per verificare come altrove non sia sempre così, e ci siano problemi sanitari. L’acqua a Reggio arriva in tutte le case, le tariffe sono nella media e questo grazie a una mole di investimenti importanti per rinnovare continuamente il sistema dell’infrastruttura tutta pubblica (va ricordato per l’ennesima volta: le reti, a Reggio, sono già pubbliche) che non è rimasta ferma agli anni ’90.
Questa è cultura di governo: stare davanti alle sollecitazioni che il presente ci pone studiando e trovando risposte innovative, coraggiose, praticabili.