Firenze – Con l’operazione di ieri, la ruspa comunale ha messo la parola fine a un insediamento abusivo che riguardava circa 40 persone, insediatesi in un terreno privato di fronte al Poderaccio, storico insediamento rom che, ricostruito dall’amministrazione oltre dieci anni fa, con carattere di temporaneità, è rimasto nel tempo stabile. L’insediamento cui la “ruspa del sindaco”, come dicono alcuni volontari che si recavano presso la piccola comunità carente di tutto, ha dato “”soluzione, non aveva nessun rapporto con la comunità rom che pure si trovava a pochi passi. Così, mentre la piccola comunità umana male in arnese che si ritrovava nel campo del privato ora sta cercando un altro posto in cui stare dal momento che per nessuno è scattato un piano di presa in carico, per la colonia felina che accompagnava gli umani, l’Asl ha promesso di prendersene cura, magari “accompagnandola” presso un’altra colonia felina cittadina.
Fortunati i 60 gatti, insomma. Anche perché la”colonia” umana che si era ritrovata nel campo incolto ha una serie di problemi piuttosto pesanti, in primis la salute.
“Si tratta di un gruppo di persone di origine rumena – racconta uno dei volontari che spesso si recava al campo dando supporto anche ai medici, sempre volontari, che recavano assistenza alle persone – che cercano di sbarcare il lunario con una serie di lavoretti, fra cui la classica attività di raccolta del ferro. Molti di loro hanno problemi di salute, alcuni sono male in arnese anche a livello fisico tanto da impedire una normale attività. Si tratta di persone che hanno bisogno di assistenza e di cui, finora, nessuno si era occupato”.
D’altro canto, anche dopo la risposta muscolare dell’amministrazione, il problema sociale rimane tutto: come scriveva ieri un giornale cittadino, se le soluzioni non sono di ampio respiro, i bisogni non scompaiono. Tant’è vero che in questo momento il primo problema delle persone, dopo lo smantellamento dei rifugi di fortuna in cui abitavano, è ovviamente quello di ritrovare rifugio. Insomma, come dice il volontario “una situazione dimenticata dalle istituzioni” dal momento che questi “disperati erano senza assistente sociale, senza servizi sanitari, senza utenze, senza nulla”. Che tale rimane.
Così, la ruspa che ha cancellato le baracche non ha cancellato il problema. Però, ai gatti, tutto sommato, sembrerebbe andata bene.