Smog, in Emilia-Romagna tira ancora una brutta aria

Anche nel 2015, quasi un terzo degli emiliano-romagnoli è stato esposto a livelli di smog elevati. In base ai dati diffusi dall’Arpae le situazioni peggiori si sono vissute a Modena, Parma, Ferrara e Piacenza, dove oltre la metà della popolazione è stata esposta a una concentrazione di polveri sottili oltre i limiti di legge. Aria migliore si è respirata invece a Bologna, dove è stato a rischio solo l’1,5% dei residenti.
Peggio ancora per quanto riguarda l’ozono. Per la prima volta dal 2009, infatti, l’anno scorso il 100% della popolazione residente è risultata esposta a valori oltre la soglia di guardia. Ovvero, per più di 25 giorni all’anno a superamenti giornalieri di 120 microgrammi per metro cubo per almeno otto ore consecutive. Detto in altri termini, “l’ozono è l’inquinante più diffuso sul territorio”.
La frazione di popolazione esposta a un inquinante viene stimata da Arpae calcolando il numero dei residenti nelle aree nelle quali la concentrazione delle sostanze nell’aria è superiore al limite di legge. Nel 2015, la popolazione che ha respirato per più di 35 giorni all’anno aria con polveri sottili oltre la soglia è stata pari al 30% del totale, di gran lunga superiore alla percentuale 2014 (3,5%) e 2013 (4,8%).

A livello regionale, sottolinea il rapporto Arpae, si tratta di dati lontani dalle criticità del periodo 2010-2012, quando la popolazione esposta a inquinanti fuorilegge superava abbondantemente il 50%. Ma in ogni caso, avverte l’agenzia ambientale regionale, “occorrerà un impegno notevole per raggiungere l’obiettivo dichiarato del piano aria integrato regionale: ridurre a zero la frazione di popolazione esposta a più di 35 superamenti annui del limite giornaliero”.

L’assessore regionale all’ambiente Paola Gazzolo ammette: “E’ chiaro che c’è ancora molto da fare per ridurre l’inquinamento. Ma il trend continua a essere positivo e questo è il frutto degli interventi coordinati su tutto il territorio dell’Emilia-Romagna”.
Mentre la maggior parte degli inquinanti non destano preoccupazioni, a parte l’ozono e in misura minore il biossido di azoto (cinque stazioni su 47 con dati oltre i limiti), per le polveri il 2015 è stato un anno in controtendenza. I valori della media annuale, infatti, pur rimanendo nei limiti di legge, sono aumentati rispetto al 2013 e 2014 a causa delle sfavorevoli condizioni atmosferiche. Per questo, il numero dei giorni favorevoli dal punto di vista del meteo all’accumulo di inquinanti sono saliti a 123 su 365, record del decennio. Di questi però solo 32 (il 26%) hanno fatto registrare un effettivo superamento dei tetti di legge. Diversa invece la situazione degli sforamenti giornalieri di PM10, con 23 stazioni su 43 che hanno raggiunto il numero massimo di 35 superamenti annui: 5  a Modena; 4 a Ferrara; 3 a Parma; 2 a Piacenza, Reggio Emilia, Ravenna e Forlì-Cesena; una a Bologna.
Non ci sono sostanziali novità Rispetto a quanto la stessa Arpae aveva anticipato nel gennaio scorso – commenta Gazzoloil 2015 è stato un anno nel quale le condizioni atmosferiche avverse sono state quelle che nell’ultimo decennio hanno favorito più di ogni altro le concentrazioni degli inquinanti”. Quindi “ci aspettavamo un peggioramento rispetto al biennio 2013-14, annate al contrario molto favorevoli alla dispersione degli inquinanti”.

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