Scaletti ufficializza, in corsa per sindaco di Firenze

Nuova linfa alle quote rosa per la candidatura a sindaco di Firenze. Cristina Scaletti, ex assessore comunale all'Ambiente e con un poker di anni a Cultura, Commercio e Turismo per la Regione Toscana, ha mosso l'alfiere, candidandosi ufficialmente alla poltrona della sala di Clemente VII.
Balla da sola, la Scaletti, candidata per la lista civica che ne porta il nome, libera di muoversi tra schieramenti e parti, proprio alla maniera dell'alfiere, asso nella manica del movimento in diagonale. Dopo un passato nell'Italia dei Valori e una sterzata verso il centro democratico tabacciano dopo la famosa, brusca telefonata mattutina – siluratrice – del governatore Rossi, la Scaletti si è avvicinata all'area repubblicana senza rinunciare a un ponte con la corrente di Valdo Spini, dichiarato sostenitore del vicesindaco Nardella. Eccola ora esporsi in una lista civica.

Ma qual è il bacino elettorale di riferimento dell'ex assessore? Quale il magnete politico? "Il mio elettorato è del tutto trasversale – dichiara – non circoscritto e non definito". I fiorentini, dunque, una sacca di potenziali voti da non dover sedurre e trascinare a sé in nome di nette appartenenze politiche. "Mi rivolgo a tutte le persone che hanno a che fare con il programma, dal momento in cui condividono una precisa visione della città che sarà", precisa, a scanso di ogni dubbio sull'aleatorietà della riserva di caccia.

Un programma, quello della Scaletti, incentrato sulla partecipazione del cittadino, conditio sine qua non per portare Firenze, entro due mandati, nella top ten delle città più vivibili d'Europa. "Il mio programma vede il coinvolgimento di tutti in un processo di trasformazione che porti la città sul tetto d'Europa per vivibilità e qualità della vita. Da qui l'importanza del verdeperché pensare verde è moderno e creativo – e della creazione delle condizioni dove ognuno possa esprimere il proprio talento e le proprie capacità, in un ottica di condivisione e connessione". Quello della partecipazione è il fulcro del programma: "Non abbiamo bisogno di inventare niente, c'è già tutto, ma perché tutto funzioni al meglio è necessario creare una rete fatta dai cittadini in nome del dialogo e delle possibilità di contribuire, ciascuno, al cambiamento. Dobbiamo creare multipolarità e multicentralità, sia a livello di rione che di quartiere". Una città "smart", quella nei piani della Scaletti, che muova dall'ambiente per lambire poi il patrimonio culturale e il turismo.

"Vorrei che i ragazzi, quando parlano tra loro sui social network, dicessero "Venite a Firenze". Questo, in soldoni, il disegno dell'ex assessore – "una visione della città", come preferisce chiamare il suo programma – dove la leva di comando si traduce in partecipazione collettiva al cambiamento. Ecco il perché dell'andatura dell'alfiere. Si smarca dalle parti, la Scaletti. "L'elemento centrale è la necessità di condividere un percorso comune. Mi colloco come una lista civica fatta di persone che hanno voglia di rendersi disponibili; il programma stesso sarà portato avanti in maniera condivisa. Le esigenze, i bisogni, le necessità dei fiorentini non hanno un colore e solo lavorando insieme si potranno raggiungere gli obiettivi che ci poniamo". 

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