Padule di Fucecchio, Rombai (Italia Nostra) a Rossi: “No alla frammentazione gestionale”

Firenze –  Una lettera da Italia Nostra arriva sulla scrivania del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, e riguarda una questione urgente, quella della Riserva Naturale del Padule di Fucecchio, oggetto di una “razionalizzazione” che tuttavia, secondo la nota firmata dal presidente  Leonardo Rombai, non solo non è esente da criticità, ma apre la strada alla questione più generale della gestione delle 46 riserve naturali regionali della Tocscana, che rappresentano  “un patrimonio di inestimabile valore ambientale e culturale”.

La Riserva Naturale del Padule di Fucecchio, istituita nel 1996 dalla Provincia di Pistoia, è stata gestita  fino a questo momento, ricorda Rombai,  dal Centro di Ricerca. Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio: “un’associazione onlus partecipata dai principali comuni del comprensorio interessato e da vari soggetti portatori di interessi generali (istituti di ricerca, associazioni ambientaliste ecc.)”.

“Per circa venti anni, la gestione di questa Riserva Naturale ha rappresentato un caso positivo e anzi virtuoso ampiamente riconosciuto, sia per l’impostazione tecnico-scientifica degli interventi di miglioramento ambientale che sono stati effettuati, sia per l’elevata considerazione degli aspetti della cultura tradizionale locale – ricorda ancora Rombai – alla conservazione “sul campo” della biodiversità sono state affiancate numerose attività complementari, che vanno dall’educazione ambientale, svolta a tutti i livelli, e dal mantenimento in vita dei saperi tradizionali (la raccolta e l’intreccio delle erbe palustri), fino alla ricerca in ambito naturalistico e storico e alla promozione turistica”.

La questione che si pone attualmente è che, nonostante il Centro di Ricerca abbia svolto un servizio di rilevante interesse pubblico (si tenga conto che il Padule di Fucecchio è un’area umida di interesse internazionale, fra le più importanti del nostro Paese, puntualizza il presidente di Italia Nostra) in virtù di una convenzione firmata con la Provincia di Pistoia, la stessa convenzione, con il trasferimento delle competenze ambientali alla Regione Toscana, è stata ora interrotta.

“Per ragioni a me oscure e non comprensibili, la Regione Toscana non sembra affatto intenzionata a dare continuità a questa originale esperienza di buona gestione, sostanzialmente pubblica,  di un bene comune di eccezionale valore – si legge nella lettera inviata al governatore Rossi –  tuttavia, se questa è una scelta dell’Assessore competente, dal mio punto di vista non condivisibile, ma legittima, ciò che non è in alcun modo tollerabile, e che mi ha spinto a rivolgermi direttamente a Lei, è il proposito assai preoccupante espresso pubblicamente proprio dall’Assessore Fratoni, ed ampiamente riportato dai mezzi di informazione, di volere effettuare una frammentazione gestionale di beni e strutture: beni e strutture che non possono essere separate in quanto funzionali alla corretta gestione dell’area protetta”.

Una frammentazione che, come puntualizza Italia Nostra, vedrebbe l’affidamento  del Centro visite al Comune di Larciano, l’Osservatorio faunistico delle Morette al Comune di Ponte Buggianese, e le due aree sulle quali ricade la Riserva Naturale a soggetti ancora diversi (la stessa Regione ed il Consorzio di Bonifica). 

La critica che avanza il presidente Rombai è radicale: “Sinceramente non si è mai visto niente di tecnicamente più assurdo! E’ come assegnare l’edificio, le pale e le macine di uno stesso mulino a tre gestori diversi (e, nella fattispecie, ignorando totalmente che vi è già un mugnaio, che, pur fra mille difficoltà, ha lavorato e sta lavorando bene)”.

 E dunque la richiesta che l’associazione Italia Nostra, tramite il suo presidente, rivolge al presidente Rossi è altrettanto radicale: “Mi auguro che Ella voglia verificare e riconsiderare una scelta così irrazionale e preoccupante, che fa pensare più ad una volontà di smantellamento dell’area protetta (con spartizione dei suoi beni) piuttosto che ad una sua gestione efficiente. Peraltro, la stessa sorte – mi risulta – potrebbe toccare ad altre Riserve Naturali, che ricadono su più comuni e proprietà diverse, con esiti facilmente immaginabili sulla razionale governance di aree di grande valore naturalistico, che nella nostra Regione coprono complessivamente una superficie pari a 35.000 ettari”.

“Al contrario – conclude la lettera Rombai –  mi auguro che l’Amministrazione che Lei rappresenta voglia farsi carico del sostegno economico di un settore strategico come quello della biodiversità e delle aree protette, a cominciare proprio dalle realtà che si sono dimostrate più virtuose come la Riserva Naturale del Padule di Fucecchio”.

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