Poco prima lo stesso Ferretti, alla domanda di un altro giornalista, giocoforza sullo scomparsa di Silvio Berlusconi, aveva rilasciato una risposta ambivalente o per meglio dire complessa. Si capiva come i Cccp detestassero il Berlusconi di Fininvest, ma il Ferretti ha voluto sottolineare (altri echi assai poco ortodossi almeno nelle stanze di palazzo Masdoni) come grazie a lui (Berlusconi ed alla sua amicizia con Putin, ndr), alla Merkel ed a Sarkozy, il Vecchio Continente abbia goduto di un ventennio di pace paragonabile alla pax augustea. Biden, Zelensky, Mattarella e Von Der Leyen non saranno d’accordo, ma questo è il pensiero del guru del Cerreto, e il vostro cronista lo riporta fedelmente.
Ciò detto, la mostra reggiana, percorso cronologico ed antologico geospaziale che si annuncia interessante assai, con l’evento di sabato 21 ottobre quando i CCCP – Fedeli alla Linea saranno al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia per il “Gran Gala Punkettone di parole e immagini”, non vuole preludere a nessuna reunion. Ciascuno degli ex Cccp nella vita fa altro. Il Ferretti, in anno sabbatico, tra un’evocazione di San Giovanni ed una preghiera per Giorgia (Meloni) ha ribadito che non non canterà mai più, se non alla bisogna coi suoi compari una tantum di un tempo; la Giudici non è dato sapere non avendo ella proferito parola; il Fatur, che collabora con un gruppo che ricorderebbe i Cccp che furono, si è dato alla scultura. A questo punto verrebbe da dire, lo Zamboni si è invece dato all’ippica. Macché: è rimasto l’unico un po’ fedele alla linea, pure troppo.